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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0391
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LIBRO DECIMO.

»47

on.

tisi»"

di argini, & (leccati alti, limili a Caflelli, de quali per tutto si servivano con-
tro le scorrerie de nimici. I Persiani (errate le cateratte impedivano il fiume Tigri,
acciò per elso non potesse salire nell'una Nave come inimica : Le quali da Ales-
sandro furono disfatte, & guade, dicendo eh'eli'erano cose da animi vili, &
poltroni, Si gli persuase che più tollo si difendelsino con la virtù de le forze.
Sonci alcuni, e' hanno fatto il loro paese simile a un palude, con il condurvi
le acque in abbondantia, come si dice che si faceva la Arabia, la quale median-
te le paludi, & li dagni che per lo Eufrate vi si causavano, dicono ch'era for-
tissima contro la venuta de nimici. Con quelli affbrtificimenti adunque rendero-
no, i paesi fortissimi contro le iniurie de nimici, & con le medesime arti fe-
ciono il paese de li inimici più debole. Ma quelle cose, che faccino 1' aria
cattiva, raccontammo noi assai a lungo nel suo luogo conveniente : le quali cose
sé tu andrai raccogliendo , troverai che per il più saranno di quelle maniere :
percioche o da le troppo grandi sferze de soli, o da le troppo ombre , o da
fiati cattivi, & grolTì, che venghin d' altronde, o da cattivi vapori che esehino
de la terra, si corromperà 1' aria ; o vero da per sé della 1' aria si arrecherà
dietro qualche difetto . Che 1' aria quando ella è cattiva o corrotta, podi emen-
darsi da alcuna arte de gli huomini, non è a pena alcuno che il creda, sé
già non giova quel che egli scrivono, che placati gli Dii, o per consigho de
li Dii, come sé si fusse confitto il chiodo per il Consolo, si placarono alcuna
volta pedi crudelidìme. Contro alle troppo grandi sferze del Sole, & de venti
per gli habitatori di alcuna terra, o de le ville, non mancheranno rimedii che
giovino, ma il volere rimediare a un paese, o provincia intera, non so io
già come ci faremo, ancor che io non niego , che i difetti, che in gran parte
procedono, & vengono portati da la aria, non si possino rimediare, dove acca-
gia che i vapori nocivi de la terra si levino via : per la qual cosa io non ho
da andar dietro a vedere, sé o per la portanza del Sole, o pet il conceputo
ardore nelle inrime viseere, la terra esali, & mandi fuori quei duoi vapori,
1' uno che sollevandosi in 1' aria si converta per il freddo in pioggie, & in ne-
vi , l'altro è il vapore lecco, per il quale si muovono i venti. Siaci lòlamente no-
to a noi, che l'uno , & 1' altro esala , & esee della terra, & si come quei vapori,
che esalano fuori de corpi de li animali, sentiamo che sanno di quello odore,
di che è quel tal corpo , ciò è che di un corpo pedilente ne elee puzzo pelli-
fero , & di un corpo odoroso ne elee suave, & simili. Alcuna volta ancora si
vede che accade manifedamente, che quel sudore, & quel vapore, che inquan-
to a sé non è moledo di sua natura, nondimeno per il sudiciume de le vedi
infettato spuzza. Cosi interviene nella terra . Percioche quella campagna, che
non sarà ben coperta di acqua, & ne ancora aseiutta a badanza, ma quasi co-
me un loto, & una fanghiglia , queda certo per più cagioni esalerà fiati noci-
vi , & infetti. Et faccia quedo a nollro proposito , che dove noi sentiamo il
Mare profondo, vi troviamo le acque fredde, & dove non è molto fondo, le tro-
viamo tiepide , & dicono , che ciò accade perche i raggi del Sole non polsono
penetrare , ne paiTàre sino al fondo , & si come sé tu mettessi un ferro roven-
te , & ben candito nell' olio, & quello olio fune poco, subito ecciterebbe fu-
mi forti & torbidi : ma sé vi sarà assai olio che sopravanzi al ferro, spegnerà
subito quel calore, & non farà fumo alcuno. Ma tratteremo di quelte cole
con quella brevità , che noi habbiamo incominciato . Essendo data risecca una
palude intorno a una certa terra, & essendo per tal conto successa la pelle ,
scrive Servio , che andorno a chiederne consiglio ad Apolline, & che gli ri-
Ipose che la seecasslno assatto. Vicino a Tempe vi era uno itagno d'acqua mol-
to largo , & Hercole fattovi una folla lo seccò , & seccò anco la Hidra : dal qual
luogo i rompimenti de le acque guadavano la Città propinqua , come e' dico-
no ; onde avvenne che consumato lo humore supetrluo, & fatto divenire il
terreno lodo, Si aseiutto , levarono via i rivi de le acque sopr'abbondanti.
I j Già
 
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