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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
I Dieci Libri Di Architettura — Rom, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.1559#0525
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DE' RIMEDJ DEGLI EDIFICI 45,a
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quelli per la loro tenerezza non sono gagliardi a poter resìstere
per esser domati secondo il voler tuo . Il Amile avviene delle ac-
que , cioè che quanto più l'avrai a tenere, per usare il detto suo,
tantoppiù saranno atte ad alterarli, e di qui dicono che accado
che le acque cotte e mitigate dal suoco si raffreddano prestissima-
mente , e prestisiimamente di nuovo si riscaldano . Ma delle acque
piovane sia detto abbàstanza -
Dopo quelle ciascuno loda le fontane ; ma coloro che ante-
pongono i siumi alle fontane, la discorron così. Cosa è altro mai
il fiume, sé non che un'unione e un eoncorfo dì più fonti uniti
insieme , maturato dal sole, da' venti e dal moto ? Dicono anco-
ra che il pozzo è una fonte , ma prosonda . Che sé non si nega_>
che i raggi del fole giovino in qualche parte alle acque , quale
di quelle fonti sia la più cruda si vede manifesto, sé già noi non
vogliamo che nelle viscere della terra vi sia uno spirito di suoco,
dal quale le acque sotto terra sieno cotte . Le acque de' pozzi, di-
ce Aristotile , che la fiate dopo mezzodì diventano tiepide. Vi so-
no alcuni che affermano , che le acque de' pozzi nella fiate non
sono fredde , ma che ci pajono tali in comparazione della caldez-
za dell' aria . Si può vedere ancora contro 1' antica opinione di
molti , che l'acqua subito attinta non appanna i! vetro, nel quale
si mette, sé quel vetro sarà pulito e non unto. Ma essendo fra i
primi princip;, dai quali tutte le còse hanno 1' esìere , secondo
il parere massìme de' Pitagorici, due le cofe maschie , cioè il
calore ed il sreddo, e la natura e fòrza del calore effendo il pe-
netrare , il rifolvere , il rompere, il tirare a sé e succhiarsi ogni
umore, e la natura del freddo il serrare, ristrignere, indurire e
corroborare, dall' uno e dall' altro nondimeno in qualche parte ,
e masiìme nelle acque, nasce quali il medeiimo effetto, sé saran-
no smoderati, o più assidai che il bifogno ; perciocché l'uno o
l'altro inducono eguale consumaniento delle parti sottilissime, on-
de ne diventano per l'aridità aditile j e di qui interviene, ebo
noi
 
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