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Michelessi, Domenico; Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 1) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-1]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28020#0104
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me, e <li piramîdi di modo, clie in quèsta su-
perba tela vedesi congiunta con mirabile artifizio-
la greca vagfiezza all’egizia singolarità. Certamen-
te fu Maurino debitore della perfezione degli stu-
dj, e dell’ arte sua, e del felice tocco della sua
mano, e in conseguenza anche della celebrità del
suo nome, al giudizio ed alla correzione di quell’
uomo peritissimo , qual’ era il conte Algarotti ,
alla cui consuetudine, e ai frequenti amichevoli
consigli anche l’illustre Tiepoletto è debitore di
avere in parte temperata quella sua infiammata'
poetica fantasia. Ora il conte Algarotti, poichè
ebbe presso di se il suo Maurino , non si con-
tentô di essere artefice per natura per genio e per
teorica, ma volle esserlo anche per pratica e per
propria esperienza, onde rivolse l’animo e la ma-
110 all’ esercizio del disegnar netto ed elegante ,
e molti belli disegni copiô, come fece dell’anti-
ca immagine di Dante perfettamente ritratta dal
sepolcro di Ravenna , e molti ne inventô e for-
xnô da se stesso esprimendo con tratti e linee fe-
lici i pittoreschi concetti della sua mente. Vol-
Ie anche far prova del suo valore nell’intaglio, e
vi riusci mirabilmente , come appare da’busti di
Socrate e di Seneca, e da teste cammei e gruppi'
diversi, i quali quell’artefice filosofo intagliè per
diletto in rame e nello stagno, esprimendo con
dolcezza le somiglianti effigie , e le sottili barbe,
e i capelli teneri e molli : i quali intagli rari, e
preziosi per 3a mano, che li formè, surono poi

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