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Sott’altre stelle ed altro sol giacenti,
E varcar denno arditi infino a i tardi
Nepoti per l’etadi oscure e fosche »
Or con la voce, e con le mani il denso
Tumulto a sostener pria li conforta,
Che al rumor popolar non anco avvezzi,
E sono schivi e ritrosetti alquanto ;
Cosi non mai vento autunnale ofsenda
We le dolci acque tue, ospizio grato
A le muse e ad Apollo, albero o fronda,
Cola ve’ tu , quanclo per me più lieti
Yolgeano in cielo i giorni, insiem con Orito
Solevi accormi, e a lieta mensa poi
Di lucido canarie a larga mano
Coronare i bicchieri, al vento sparse
Le negre cure ; e dove già non era
De le fugaci dee terrore il Fauno .
Felici campi e fonti, e voi foreste
Ombrose , e valli solitarie , e colli
Felici ! Ora tra voi d’un bel ginepro
A i’ombra sparso, o d^un alloro verde»
Perchè, qual già fü de la tiria donna
Pel fuggitivo Enea la morte e ’l pianto .
Ancor di Marzio la pietà sia conta
Per Yitaliche scene inyer la madre,
De la tragica sua febéa fatica
Trisalgo imprime omai l’ultimo solco,
Sott’altre stelle ed altro sol giacenti,
E varcar denno arditi infino a i tardi
Nepoti per l’etadi oscure e fosche »
Or con la voce, e con le mani il denso
Tumulto a sostener pria li conforta,
Che al rumor popolar non anco avvezzi,
E sono schivi e ritrosetti alquanto ;
Cosi non mai vento autunnale ofsenda
We le dolci acque tue, ospizio grato
A le muse e ad Apollo, albero o fronda,
Cola ve’ tu , quanclo per me più lieti
Yolgeano in cielo i giorni, insiem con Orito
Solevi accormi, e a lieta mensa poi
Di lucido canarie a larga mano
Coronare i bicchieri, al vento sparse
Le negre cure ; e dove già non era
De le fugaci dee terrore il Fauno .
Felici campi e fonti, e voi foreste
Ombrose , e valli solitarie , e colli
Felici ! Ora tra voi d’un bel ginepro
A i’ombra sparso, o d^un alloro verde»
Perchè, qual già fü de la tiria donna
Pel fuggitivo Enea la morte e ’l pianto .
Ancor di Marzio la pietà sia conta
Per Yitaliche scene inyer la madre,
De la tragica sua febéa fatica
Trisalgo imprime omai l’ultimo solco,