I 2
XV.
Mentore mio, per cui da prima dalo
Fummi vedere il dolce e caro viso,
E la bocca soave, e il dolce riso ,
Ond’io , lasso , fui poi preso e legato ;
Tu la cagion d'ogni mio ben se’stato ;
Tu rn’ apristi qua giuso il paradiso .
Poichè ’nlei, com’iofo, mirando fìso
bieve diviene il mio povero stato.
Felice ! s’io potessi r infìn che giunga
L’ultimo di, che ’l nostro fral disciolga,
Starmi con voi, si come il cuor desia.
Xè perô monte o mar che ne disgiunga ?
Farà che ’l pensier mio da voi distolga,
E da la vostra dolce compagnia.
I 4
XV.
Mentore mio, per cui da prima dalo
Fummi vedere il dolce e caro viso,
E la bocca soave, e il dolce riso ,
Ond’io , lasso , fui poi preso e legato ;
Tu la cagion d'ogni mio ben se’stato ;
Tu rn’ apristi qua giuso il paradiso .
Poichè ’nlei, com’iofo, mirando fìso
bieve diviene il mio povero stato.
Felice ! s’io potessi r infìn che giunga
L’ultimo di, che ’l nostro fral disciolga,
Starmi con voi, si come il cuor desia.
Xè perô monte o mar che ne disgiunga ?
Farà che ’l pensier mio da voi distolga,
E da la vostra dolce compagnia.
I 4