Per ïe nozze de sigg.
conte Annibale de Bianchi
e marchesa Anna Ratta.
XXXIV.
Alma felice avventurosa altera
Città, che quante furo e saran poi
D’Attici studj chiare e di Lesboi
Avanzi, e in ciô fondi tua gloria vera ;
Non già i tuoi Serlj, o i tuoi Caraccj, o i tuoi
Malpighi, e quella alma onorata schiera ,
Che qual fiume indi usci, per cui da sera
Vola il tuo nome infmo a’iidi eoi;
Ma il veder soio? e rinchinarmi a quella
Coppia de’figli tuoi, per cui la stanca
Speme d’Italia non è in tutto spenta,
Mi faria, se benigna alcuna stella
Fosse ver me, come il desio non manca,
Mutar col Reno tuo Retrone e Brenta e
conte Annibale de Bianchi
e marchesa Anna Ratta.
XXXIV.
Alma felice avventurosa altera
Città, che quante furo e saran poi
D’Attici studj chiare e di Lesboi
Avanzi, e in ciô fondi tua gloria vera ;
Non già i tuoi Serlj, o i tuoi Caraccj, o i tuoi
Malpighi, e quella alma onorata schiera ,
Che qual fiume indi usci, per cui da sera
Vola il tuo nome infmo a’iidi eoi;
Ma il veder soio? e rinchinarmi a quella
Coppia de’figli tuoi, per cui la stanca
Speme d’Italia non è in tutto spenta,
Mi faria, se benigna alcuna stella
Fosse ver me, come il desio non manca,
Mutar col Reno tuo Retrone e Brenta e