Al signor ■
Sebasùano Antoni.
'164
LII.
Signor, ohe su per Ferto alpestro monte
Doppio-d’Apollo amor, sranco ten vai:
Cosi sempre sia verde il lauro, ond’hai
Su l’Arno a Fracastor cinto la fronte,
E il fatto atroce di colui, che Fonte
Vendicô de la patria, onde di guai
Messe amara poi colse, non fie mai,
Che per te scritto varchi oltre Acheronte j
Ma le dive, che al tempo ilïustri inganni
Son’use far, da quelFavaro fiurae
Lunge lo tengan sempre, e il biondo dio:
Come non sarà mai per volger d’anni 9
Che le tante tue doti, e il bel costume,
O che l’aureo tuo stil ponga in obblio »
Sebasùano Antoni.
'164
LII.
Signor, ohe su per Ferto alpestro monte
Doppio-d’Apollo amor, sranco ten vai:
Cosi sempre sia verde il lauro, ond’hai
Su l’Arno a Fracastor cinto la fronte,
E il fatto atroce di colui, che Fonte
Vendicô de la patria, onde di guai
Messe amara poi colse, non fie mai,
Che per te scritto varchi oltre Acheronte j
Ma le dive, che al tempo ilïustri inganni
Son’use far, da quelFavaro fiurae
Lunge lo tengan sempre, e il biondo dio:
Come non sarà mai per volger d’anni 9
Che le tante tue doti, e il bel costume,
O che l’aureo tuo stil ponga in obblio »