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43 D I A L O G 0

è pure un gran che, non ha da far aîtro,
che premere la materia globulosa, che il
circonda. In ciô fare non ci rimette nien-
te del suo ; e il tesoro , per cosi dir, della
luce non è mai per venir meno . Non si
puô negare, io soggiunsi, che , stando aila
opinione di coloro, i quaii vogîiono, che
la iuce sia una efsusione della sostanza me-
desima del sole , quasi un’ardente pioggia?
ch’ egli mandi fuori del continuo , îaluno
poti ebbe vivere, e non a torto , in grande
apprensione. Per quanîo hnissime sieno le
particelie della luce , più hne ancora delle
particelle odorose, che esalano daNorpi, i
quali nulla perô perdono, anche in lun-
ghissimo , del loro peso ; ci sarebbe da te-
ïnere , non quel tesoro venisse linalmente
al basso , e di avere un gioi'no sul bel mez-
zodì da restare al bujo. E forse, per i tan-
ti dispendj, cbe fa di continuo il sole, di-
cono i filosoh del Malabare , che di sette oc-
chi , ch’ egli avea , sei ne sono già chiusi,
e non glie ne rimane ora che un solo di
aperto . Ma ecco che per qrxesto conto noi
possiamo essere più animosi. Tale, come
voi avvertite , Madama, è la condizione del

sole,
 
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