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6o Dialogo

particelle -ella avrebbe seguitato ad operar
quelio , che per raddietro operar credeasi
col colore njedesimo ; e ch’ella poteva star-
sene sicura nel suo regno contro a tutti i
macchinamenti della più sottile iilosoiîa.

Levate le tavole , e preso il cafse , ella
si ritirô neile sue stanze : e dopo avere nel-
le ore più caide del giorno pigliato alquan-
to di riposo, venne nella galieria, dove io
mi trovava godendo della vista di un ame-
no e ombroso giardino sopra cui essa ri-
sponde . Da più di un motto , che gettô
la Marchesa, ben ndaccorsi del desiderio,
ch’ ella aveva, di ripigliare il nostro ragio-
namento . Ond’ io , senza aitro invito aspet-
tare , presi a dire cosi : Tanto io vi veg-
go , Madama , infervorata della filosoha ,
che il parlarvi di qualunque altra cosa sa-
rebbe senza dubbio indarno . Converrà dun-
que dirvi, due essere i principali acciden-
ti , a’ quali è sottoposta la luce : la rifles-
sione, e la refrazione. Quando le particel-
le della luce vengono a dare nelle parti so-
lide dei corpi, ribalzano da essi, non al-
trimenti che fa una palla, dando in terraj
e quel ribalzar, ch’ elle fanno, chiamasi ri-
 
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