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aiB Dialogo

farsi. In una stanza non yi ha da essere
altro lume, salyo che nna sola candela ac-
cesa : ed uno si pone tanto lontano da es-
sa, che a mala pena possa rilevare i ca-
ratteri di una lettera ; se già una non fos-
.se di quelle lettere, che si leggono a qual-
sivoglia lume . Indi, se egli si porrà a dop-
pia distanza, vedrete che a poter rilevare
i caratteri, come avea satto innanzi, non
hasta raddoppiare il lume colh accendere
nel medesimo sito una simile candela, ma
converrà quadruplicarlo ; che è appunto il
quadrato della distanza due. Che se, ad
ottenere ii medesimo efsetto, convien rin-
forzare il lume proporzionatamente al qua-
drato della distanza ; di altrettanto convien
dire , che i’istesso lume , allontanandosi dal
principio suo, perda della sua virtù. Io
mi penso , soggiunse qui laMarchesa, che
questa regola de’ quadrati si estenda anche
a cose ben lontane dalla filosoha . II qua-
drato dell’ otto non è egli il sessantaquat-
îro ? Appunto , io risposi. Pensate ora voi,
ella soggiunse tosto , di quanto nello spa-
zio di otto giorni dopo una partenza deb*
ba perder di virtù il dolce lume, il dolce

fuoco ,
 
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