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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 3) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28022#0147
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SoPïlA LA PlTTURA . î3g

ta mai sempre a quegli arteüci, che nel-
le opere loro hanno per principal guida la
fantasia. Vedete i Greci, vale a dire i
maestri dello stesso Rafsaello e del Pussi-
no , i quali non la guardarono alcuna vol-
ta tanto per la sottile . Gli scultori rodiav
ni per esempio non dubitarono di rappre-
sentare Laocoonte ignudo ; ignudo cioè ii
sacerdote di Apollo nell’atto che porge sa-
criiizj al Dio in presenza del popolo tut-
to , delle donzelle , e delle matrone di Tro-
ja (1) . Ora se fu lecito a quegli antichi
scultori peccare tanto gravemente contro
al decoro e al verisimile , per aver campo
di mostrare la loro dottrina nella notomia
del corpo umano ; perchè non sarà anche
lecito aì moderno pittore, per vie meglio
ottenere il fine dell’arte sua, che è lo in-
ganno , dipartirsi talvolta dalla severità de-
gli usi antichi, dal rigore ultimo del costu-
me ? Ragioni, diremo noi, più insussistenti
ancora, che elle non sono ingegnose . Ché
si ha egli da conchiudere in forza di uno

esem-

(i) Vedi annotazione 2Î11. di Mr. de Piles
al poema di Mr. Du Fresnoy.
 
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