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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 3) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28022#0386
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3j8 S A G G I O

A volersi contenere clentro-a'limiti di ima
savia inyenzione, non potrà mai il pittore
studiare abbàstanza le fabbriche, che sono
tuttavia rimase in piedi, della veneranda
antichità. Molti nobili esempj ce ne forni-
sce 1' Italia e la Grecia, a’ quali siam pur
debitori del risorgimento clella buona archi-
tettuia; e molti ne potrebbe al pittore for-
nir medesimamente Γ Egitto maestra pri-
miera di ogni disciplina. In effetto qual
cosa vi ha egli di più grandioso e severo ?
lasciando stare le piramidi, cli quegli avan-
zi del palagio di Meiinone, che torreggia-
B.O tuttavia lungoilNilo, e della Tebe dal-
ie cento porte, che, mercèl’opera dell’ac-
cnrato Nordeno, sono ora di pubblica ra-
gione? Nelle forme di essi, e ne’sobrj or-
namenti, che ricevono da’ colossi e dalle
sfingi, onde sono accompagnati, spicca sin-
golarmente la maniera terribile, e se vo-
gliamo cosi chiamarla, michclagnolesca, la
qual potrebbe anche talvolta con buonissi-
mo effetto mostrarsi sugli teatri.

La Cina ancora, antico nido delle arti,
ecolonia, come alcuni vogliono, dell’Egit-
to, fornir ne potria di bellissime scene.

Non
 
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