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SOPRA LA RlMÀ. 85

tà il poeta, anzi cercàrono quanto fu pos^
sibile di liberarnelo, onde meglio potesse
tener clietro alla natura ed al yero nella
imitazione che avea da farne col verso. I
Greci erano astretti bensi nella composizio-
ne de’ loro versi alla quantità delle sillabe,
e al numero de’piedi. Ma oltre che pote-
vano combinare in disferenti maniere essi
piedi singolarmente nello esametro o sia
eroico , il più usitato e principe de’loro ver-
si, aveano in loro ajuto una falange di h-
gure grammaticali, il metaplasmo , la proste-
si, 1’aferesi, la sincope, laepentesi, 1’apo-
eope, Tantitesi, lametatesi, la sinaiefa, la
paragoge, Fanadiplosi (1): potevano inca^
strare qua e là quelle loro particole riem-
pitive di niuna significazione, ma di gran

co-

(1) Metaplasmo, quævis mutatio per poeticam
licentiam ; prostesi, ayjxpòs pro sMzpòs; aferesi,
opri) pro èopnt ; sincope, iyzvvuro pi'o iyivvwc/.-
To ; epentesi sKXot0i pro sKocsit ; apocope, S'cS pi'o
S'ây.oc] antitesi, ^ocKocttoc pro SiaKxuaoc ; metate-
si, xupros pro xparos ; sinalefa ruvoy.oc pro ro ovo-
y.cc ; paragoge , ï/To7oc pro b ; anadiplosi , xrxcc-
pro xàjUCÿiTî .

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