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SOPRA GrAZIO. 1

ìion resta di pindarizzare assai yolte (1), e
di giungere a un sublime, che più là sor-
se non si sarebbe levato lo stesso cigno Dir~
ceo (2) » Col pieno singolarmente di Alceo
davàsi vanto di aver temperato la delicatez-
za di Safso; quasi tagliando, come si fa de’
vini, la dolcezza dell’uno coll’asprezza delF
altro t a quel modo che il Lorenzini tra noi
seppe unire alla profondità, come egli di-
ce, delle acque dantesche la limpidezza di
quelie del Sorga ; e tiene nel Parnaso un
luogo tale, che il sedergli vicino non fia

cosk

(1) Tra le altre la ode i. deÌ lib. III.

Odi profanum vulgus etc.

La ode 5. del medesimo libro :

Justum et tenacem propositi virum etc,
L’ode 4- del lib. IY. * di cui Giulio Cesare
Scaligero , che non era per altro spasimato di
Orazio, dice : Tota vero cantione hac et sei-
psum et totam Graeciam superavit : e ognu-
no sa, che lo stesso Scaligero arrivò a dire,
che per aver fatto la ode :

Quem tu Melpomene semel,
avrebbe dato il regno di Aragona.

(2) Multa Dircaeum levat aura cycnum.

Od. 2. lib, IV.
 
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