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SOPR.A Orazio» 439

sere omai tempo di provare sotto il reggi-
mento di casa Giulia i frutti di una dolce

servitù (i) „

Non. si puô credere, quali efsetti parto-
riscano in un popolo spiritoso cotali massi-
me rivestite sotto la forma d’immagini. A
ciô non era meno atto Orazio che si fosse
Virgilio, come ben se n’accorse l’amico
suo Mecenate : ed è da credere, che per di-
stornare l’animo di Ottavio egli facesse per
ordine suo la óde XIV. del libro primo,
Gii’ è la più bella e seguita metafora che
mai uscisse di penna d’uomo (2). Ma cer-

ta-

(î) Hîc -vir, hic est, tibi cjuem projnitti
saepius audis etc.

Virg. AEneid. lib. VI. v. 78a,
(2) O Navis referent in mare te novi
Fluctus . cjuid agis? fortiter occuva
Portum. nonne vides, ut
Nudum remzgio latus,

Et malus celeri saucîus africo ,
Antemnaeque gemant, ac $ine fiLnibus
Nix durare carinae
Possint imperiosius
AEquor? etc.

E e 4
 
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