SOPRA OPuAZIO. 467
fcello squarcio del panegirico ch’ egii aveà
composto di Augusto : Giove, che veglia
sopra te e sopra Roma, ci lasci ognora in-
certi, se a te sia piii a cuore la salvezza
del popolo's oweramente al popoio la tua (1):
ch’è la più delicaia maniera di lodare uno
autore. Quei poeti dipoi? che più lontani
dal suo modo di fare più gradivano al po-
polo in sulle scene, gli paragona ad altret-
tanti negromanti, che trasportare potevano
Fuditore a Tebe ad Atene, corne più loro
piaceya^ volgere il cuore umano a posta
lo-
At neapie dedecorant tua de se judicia,
atcjue
Munera, cjuce multa dantis cum laude iu~
lerunt
Dilecti tibi Virgilius , Variusaue poetce .
Ep. 1, lib. II.
(1) Ts ne magis salvum populus veht, a?i po~
pulum tu,
Servet in ambiguo cjui consulit et tibi ei
urbi
Jupiter.
Ep. 16. lib. L
Gg 2
fcello squarcio del panegirico ch’ egii aveà
composto di Augusto : Giove, che veglia
sopra te e sopra Roma, ci lasci ognora in-
certi, se a te sia piii a cuore la salvezza
del popolo's oweramente al popoio la tua (1):
ch’è la più delicaia maniera di lodare uno
autore. Quei poeti dipoi? che più lontani
dal suo modo di fare più gradivano al po-
polo in sulle scene, gli paragona ad altret-
tanti negromanti, che trasportare potevano
Fuditore a Tebe ad Atene, corne più loro
piaceya^ volgere il cuore umano a posta
lo-
At neapie dedecorant tua de se judicia,
atcjue
Munera, cjuce multa dantis cum laude iu~
lerunt
Dilecti tibi Virgilius , Variusaue poetce .
Ep. 1, lib. II.
(1) Ts ne magis salvum populus veht, a?i po~
pulum tu,
Servet in ambiguo cjui consulit et tibi ei
urbi
Jupiter.
Ep. 16. lib. L
Gg 2