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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0073
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D I Pl U S S I A , 65

passar tra le ombre e le delizie de’suoi giar-
dini, come nella capitaie gli avea su’ can-
tieri dappresso al suo palagio. Usciva ogni
inattina assai per tempo per ire a visitar-
gli; ed anche vi si tratteneva unJora o due
a segare a calafatare egli medesimo, non
che a ragionarvi sopra, forse per dar 1’
esempio a’suoi, che voleva far divenire ma-
rinaj a ogni modo. Per la medesima ragio-
ne fu cla lui ordinato, che non dovessero
i bojardi venire a corte nè a cavallo nè
in carrozza, ma in giacchetto; che non si
dovessero passare i sìuini su’ponti, ma in
barchette; e queste non co’remi, ma si
avessero a governare con la vela: simile a
Ciro, che, per avvezzare i Persiani a ca-
valcare, avea quasi loro proibito il servirsi
delle gambe. Ma qual fosse la sua politi-
ca, tengono per fermo, che potendo fare
i suoi armamenti navali a Revel, e aven-
clogli fatti a Petroburgo e a Cronstat,. cad-
de nel medesimo errore, benchè di assai
più importanza, che Luigi XIY., quando
amò meglio piantare quei suci sontuosi giar-
dini nei fondo di Versailles, che nell’ario-
so di san Germano ; e si potea ben anche
To: YI. E di-
 
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