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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0272
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26-4 CONGJIESSO

te ; e da questi cìèrivò la verace scuola, che
col belio stile ti hafatto tanto onore. Sban-
dirono essi clel moncìó quell’amore,

Che nacque cT ozio e di lascivia umana,

FaUo signor e dio da gente vana:

e quello amore per cambio riposero in se-
clia, che ne’terrestri obbietti ne fa cercare
il bello eterno, che del supremo architet-
tore è immagine; non il caduco e frale di
noi, .11011 la mortal spoglia, che passa e non
dura, Nella virtù in sè stessa incommuta-
bile ed una > e non nella variabile moda,
che qual novello Proteo muta forma e sem-
biante ogni cìì, hanno racìice le nostre pas-
sioni; e cla essa virtù prendono forza cibo
ecl aumento, all’agguaglio cioè delle prove,
che ne danno i nostri amadori di costan-
za, di fecleltà, di rinunziamento a sè me-
cìesimi. Ond’è, che non cadevoli passeggie-
ri e labili sieno i nostri aml l; ma cotale
stabilità abbiano in sè e cotale fermezza,

Che morte solo fia, cK indi ne snodi.

Non si vorrebbe clire dinanzi ai profani,
come in noi sole miraiio i nostri vaghi,

per
 
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