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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0076
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GS Pensieri

lingua non si troveranno nel gran Molie-
re? I critici verbali non caveranno mai di
seggio un autore, che è la deiizia delle anb
me gentili, e che tutti sanno a memoria.

Quei pittori bolognesi, cbe han voluto
darsi a seguire la maniera veneziana, han
perduto la correzione caraccesca senza ac-
quistare lo spirito e la grazia diPaolo: ap-
presso a poco coine coloro, che in viaggian-
do disimparano la propria lingua senza im-
parare le altrui.

Ho udito dire, che riferisce il Kirker,
come nelle Indie ci sia un uccello che fa
la scala della musica. Credo che convenga
essere uno Indiano, per crederlo. Fatto è,
che il canto de’nostri rossignoli medesimi
non si può ridurre sotto regola niuna. II
solo verso del barbagianni ricade sempre in
tma quinta.

II Palladio nel primo libro dell’architet-
tura, ha fatto un capitolo degli abusi in-
trodotti nell’arte sua, Parecchi capitoli si
potrebbero fare degli abusi introdottisi nel-
le lettere e nelle scienze, ma non consi-
derati come tali, perchè sostenuti il più
di essi dall’autorità di gran nomi. I nostri

scrit-
 
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