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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0126
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118 Pensiert

Colle lascivie del parlar toscano
'Unquanco, guari, mai sempre, o sovente;

e i istesso Bernio quando facetamente lodò
Aristotile per non afsettare il favellar to-
scano, per dir le cose sue semplicemente,
nè fare proernj inetti, voleva in effetto mor-
dere la maggior parte degli scrittori della
sua età, che noi crediamo, per servirmi
anch’io d’un Jiorentinismo, d’oro in oro,

Yuoi tu sapere il pregio clella tua scrit-
tura e poterla correggere? Falla imprimere
e uscire in pubblico. Quante picciole co-
se, diceva non so chi, non avvertite nel
manoscritlo , te le rinfaccia come per di-
spetto la stampa : senza che, il lettore ve-
dendoti bello e stampato, crecle che tu li
voglia fare il maestro addosso, diviene in
certa maniera tuo nimico, e adopera tutto
l’ ingegno per trovare non che altro il nc-
do nel giunco .

L’uomo predice di qui a milFanni ii pas-
saggio di un pianeta sotto il sole, ii ritor-
no cli una cometa; e non sa se domani sa-
tk sole o pioggia : cosi avviene molte vol-
te, che altri prognostici eon yerità le mar-
 
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