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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0137
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t) i v e r s i. isg

go cli corcle e di pesi. E già si credevano
avere in tal modo spieo-ato tutti i voli cleli’

A O

opera ; o per parlar fuor cli metafora c|ua-
limcpae cosa più mirabile avvenisse nel mon-
do ; se non che nella platea dell’universo
ci è venuto dopo gli altri un profondo mac-
chinista inglese. Cou poche ma significanti
parole ha mostrato la insufsxcienza di simi-
li principj a spiegare gli esfetti delle mac-
chine più semplici della natura: e con la
veduta piu lunga cli tutti lia saputo veclere
l’attrazione; la molla secreta e posta lungi
dal nostro immaginare ; con che la natura
governa e regge 1’universo.

Gli uomini non si metterehbero mai in
via, se non credessero di arrivare più là
di quello che arriveranno in efsetto. Alla
vana ricerca del moto perpetuo abbiamo l’
obbl igo dimolte belle macchine, che sono-
si trovate andando dietro a cpreiia fantasia.
m mai forse saremmo giunti a conoscere

i siti le distanze le rivoluzioni de’pianeti,

ii vero sistema de’cieli, se non si fosse te-
nuto per fermo, che gli aspetti che hanno
ira Ioro i corpi celesti avessero forza d’in-

To: VII. I fluire
 
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