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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0140
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S I E R I

102 P E RT

mettervi su ; quando anorto Clemente e as-
sunto al pontijfìcato Paolo III., le palle fu-
rono tramutate in gigli, e di Medici diven-
nero Farnesi.

Quod concupiscas tu rvideris, quocl concu-
piveris certe habebis ; è linguaggio cbe do-
po la morte di Giulio Gesare tiene Marcan-
tonio a un uomo di grande affare, per ti-
rarlo dalla sua. Per grandioso che paja? ed
anche in efsetto lo sia, è parlare stempera-
tissimo, e che punto non conviene ad ua
uomo. II parlar temperato dignitoso pieno
di grayitk, e che conviena ad un consesso
di uomini graudi, è quello che appresso Sal-
lustio tiene il popolo romano al re Bocco:
Regi BjOCcIio j quoniam delicti poenitet sui,
populus liomanus veniam clat ; foedus et ami-
citia dabuntur cum meruerit.

I quaccheri, che non vogliono dar di ma-
no all’armi per difendersi contro al nemi-
co che viene lor sopra , non si direhbono
discendere dagli antichi magi, i quali proi-
bivano di versar acqua sopra il fuoco, quan-
tunque sosse per iucenerire una citta?

Perchè gli uomini veggono rassomigharsi
1’uno all’altro nelle fattezze del corpo , s

nn-
 
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