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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0170
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1 02

Pensieri
afsari pronunzia grayemente «pecnr , parola
sacra e solenne, con cui licenziavasi il po-
polo alla fine clel sacrifizio? Una cosa si po-
trebbe clire in favor di Plutarco, cbe, per
quanto csuel detto sia piacevole, è in tutto
disconveniente alla gravità della storia, e
che vi sta come i bussoni nelle trageclie :
ma conviene pure aggiungere contro al me-
desimo Plutarco, che più disconveniente del
detto di Timeo è quella sua rissessione, nel-
la quale egli dice, che Ia sola freddura di
quel detto bastato avrebbe ad estinguere
l'incendio del tempio .

Le accaclemie fondate da’principi raccol-
gono per cosi dire i sonetti delle scienze :
ogni anno danno fuoriuntomo, e non pro-
ducono mai un libro .

I Romani erano grandi uomini in virtù
di una educazione primigenia universale,
che tendeva tutta a rendergli atti tutti a
patire ed a fare le cose più forti. Gli esem-
pj di virtù, che aveano sempre dinanzi agli
occhi, che si davano Puno all’altro, le lo-
di e i premj che ne conseguivano, gli ani-
mavano scambievolmente, e gli tenevano
ferini nelle maggiori disficoltà. Talche se

fu
 
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