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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0178
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170 Pensieri

ferir di Cicerone. E quanto non farebbe le

maraviglie cotesto Democrito,

Si foret lioc nostnnn fa-to dilatus i/i aevum,

al vedere che perfettissimo è oggigiorno il
mappamondo celeste; ciie non ci è stella,
si può dire, per poco considerabile, di cui
non sappiasi esattamente la posizione; che
degli ecclissi delle lune di Giove e di Sa-
turno ne facciamo tavole, che servir potreb-
bero agli abitatori di quei pianeti: laddove
siamo ben lontani dal sapere con la mede-
sima esattezza la posizione de’luoghi terre-
stri ; dal conoscere le parti artiche, e so-
pra tutto le antartiche del nostro globo; dall'
avere un mappamondo terrestre che sia pa-
ragonabile al celeste?

Quindici cubxti bastavano al tempo del
re Meri perchè il JNilo inondasse l’Egitto.
Sedici ce ne volevano ai tempo di Marco
Aureiio. In fatti ia famosa statua del jNilo
che è in Belvedere ha sedici puttini attor-
no, che ne sono lo emblema; e lo stesso
vedesi in una medaglia alessandrina di Mar-
co Aurelio. Presentemente ce ne vogliono

ven-
 
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