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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0198
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IQO PENSIERÌ

quella facilità graziosa e dolce, che appari-
sce fra ii vedi e non vedi, corne fanno la
carne e le cose vive. Parlando della pittu-
ra a fresco dice, che disteso il cartone sul
niuro, s’incomincia dal calcarne i dintorni
con un ferro in sull’intonaco della calcina,
la quale per esser fresca acconsente alla car-
ta? e cosi ne rimane segnata: e parlando
della diPHcoItà di tal modo di dipingere di-
ce^ che ò il modo più risoluto franco e vh
rile che vi sia. Si lavora al bujo, dic’egli,
o con occhiali di colori diversi dal vero ;
perchè 1’occhio non vede i colori veri_, in-
sino a che la calcina non è ben secca. Mil-
le altre consimili maniere s’incontrano nell
opera sua, che la rendono animata e viva,
e per le quali merita giustainente onoratis-
simo luogo fra gli scrittori. Di tali manie-
are se ne trovano eziandio nell’opera di quel-
lo eccellentissimo architetto Andrea Palla-
dio : le coniici, per esempio che salgon so~
pra le volte, che per esser maniera che sen-
te un poco del veneziano, non è però me-
no vi va ; i frontespizj fatti per accusare d
piovere delle fabbriche .... ; pietre avvezze

a venti alle piogge e al giuaccio.; H

piom-
 
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