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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0206
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jg8 P E N S I E R I

E se è lecito far raenzione di cosa, che a’
nostri giorni potrà serabrare troppo minu-
ta, trovò che dalla rugiada sono abbruciati
i granelli del fruraento, perchè h globetti
della rugiada fanno uffizio di aitrettanti spec-
chj ustorj. Del peso dell’aria ne ebbe al-
cun sentorej benchè tal discoperta fosse ve-
rainente riserbata al suo discepolo Torricel-
3i piu faiuoso per la sperienza del barome-
tro, che per lo suo profondo sapere in geo-
metria, All’altro suo discepolo Cavalieri,
che fece la via al calcolo infinitesimale, fu
di guida nel raetodo degl’indivisibili. L’ori-
uoio a pendolo, da cui dipende la perfe-
zione deile osservazioni astronomiche, non
gli era punto ignoto; e l’Ugenio non altro
veraraente vi aggiunse che la cicloide. Per
trovar la longitudine in raare avea imma-
ginato uu binoculo impostato in un raorio-
.tie, con cui, senza temer del moto della
nave , osservar le immersioni e le emersio-
ni dei satelliti di Giove. Credette, che la
catenaria fosse una parabola, ed è genera-
ta dalla parabola ; che la curva della piu
facile discesa fosse il circolo, ed è genera-
ta dal circolo ; si accorse del magnetismo

che
 
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