dell’ Eneide del Caro . 3 1 i
errori notati, come da altri a quelli sorni-
glianti, che infettanla a luogo a luogo. E,
perchè parer potrebbe in un uorno presun-
zione sorerchia il por mano in cosa altrui,
e oramai dalFantichità consacrata; sarebbe
impresa degna dell’autorità di un’accademia
il farlo. Non vi parrebbe egli forse, caro
Ermogene mio , pregio dell’opera, che ver-
sasse una iilustre compagnia di letterati uo-
rnini a purgar l’italiano Yirgilio, il Lucre-
zio similmente, le tracce seguendo dell’acu-
to Lazzarini, le traduzioni di Cicerone di
Orazio e diPlutarco, e tant’altre dagli er~
rori che le deturpano ; e cosi trasmettere
nell’erario della nostra lingua questi tesorl
deli’antichità, senza miscuglio di falsa mo-
neta? Che se a queste emendate versioni
si aggiungessero irnportanti e sugose note-
relle, prendendo in ciò per esemplare non
già i Matanasi o i Scribbleri, ma il signor
abate Mongault sovra ogn’ altro nella enu-
cleazione da lui veramente fatta delle epi-
scole ad Attico ; potremmo a ragion dire,
che, come noi fummo fra le moderne na-
zioni i primi a tradurre gli antichi auto-
V 4 rx
errori notati, come da altri a quelli sorni-
glianti, che infettanla a luogo a luogo. E,
perchè parer potrebbe in un uorno presun-
zione sorerchia il por mano in cosa altrui,
e oramai dalFantichità consacrata; sarebbe
impresa degna dell’autorità di un’accademia
il farlo. Non vi parrebbe egli forse, caro
Ermogene mio , pregio dell’opera, che ver-
sasse una iilustre compagnia di letterati uo-
rnini a purgar l’italiano Yirgilio, il Lucre-
zio similmente, le tracce seguendo dell’acu-
to Lazzarini, le traduzioni di Cicerone di
Orazio e diPlutarco, e tant’altre dagli er~
rori che le deturpano ; e cosi trasmettere
nell’erario della nostra lingua questi tesorl
deli’antichità, senza miscuglio di falsa mo-
neta? Che se a queste emendate versioni
si aggiungessero irnportanti e sugose note-
relle, prendendo in ciò per esemplare non
già i Matanasi o i Scribbleri, ma il signor
abate Mongault sovra ogn’ altro nella enu-
cleazione da lui veramente fatta delle epi-
scole ad Attico ; potremmo a ragion dire,
che, come noi fummo fra le moderne na-
zioni i primi a tradurre gli antichi auto-
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