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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 8) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28028#0022
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ì 4 Lettere SOPÌIÀ

di rnetter mano alia cìemolizione del vec«-
chio, cli far ricopiare dai caracci le pittu-
re clel Coreggio , di cni era ornato: e da
quelie copie ricavò dipoi l’Aretusi ciò clie
nella scudella dei nuovo vedesi ora ciipin-
to. Ma iu Francia 11011 ci fu nè Yaroli^
nèBoucher, nè altri che ricopiassero il Pri-
maticcio e Niccolino. Un giorno solo distrus-
se ii gran lavoro di quei grandi uomini,
che aveano in cprei dipmti emulato Ome*
ro, e che Francesco L per abbellire il suo
regno, avea chiamati d’Italia.

Quanto obbJigo nOn doblu'amo avere a
lei, il mio caro signor Dottnre, che nello
specchio fedelissimo del Fratta ci fa vecle-
re tuttavia le operazioni d< l grazioso Nic-
colino. Ella continui a preservar ìe nostre
vite, e le cose belie. Nella notte clie mi-
naccia di oscurar totalmente le buone arti
inltalia, Phosphore , redde diem. E giova spe-
rare, che seguitando la belia sua impresa
di far copiare i Caracci e i Tibaldi, ché
sono coslà su per li muri e in graudjssimo
pericolo, ella non sarà meno sosforo neìia
pittura, che lo sia nella fisica i
 
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