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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 8) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28028#0063
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LA PlTTURA. 55

su posto in opera nel Farnesino dal graa
Rafsaello. Nella volta egii fìnge che sia in-
'chiodato un gran pezzo di arazzo, e sopra
vi colorì quel bel pezzo di poema, che es-
prime così ai vivo le nozze di Àmorè e di
Psiche e il Convito degli Dei. E’ comune
opinione ch’egli avesse ricorso a tale arti-
fìzio o sia ripiego per ischivare le difficol-
tà di dipingere in soffìtto e non impegnar-
si in un di sotto in su . Per me non potrei
mai credere chè ciò fósse. Niun pittore
meglio possedè la prospeftiva di Raffaelloj
nè egli s'chivò mai gli scorci quando si av-
vedde di doverne fare, corne si può vede-
re nell’ Eiiodoro , nella Sc’uola di Atene j
nel David che uccide Goiia, e nelle altre
opere di quel dottissimo maestro. Perchè
non avria egli fatto ciò che potè fare il
Coreggio , Tiziano ed altri pittori meno
dotti di lui? Se egli adunque nol fece nel
Farnesino, è che credette non doverlo fa-
re. E in fatti ad un così giudiziòso uomo*
come egìi era, non doveà mai cader nell’
aniino di sforacchiare una voltaj e quello
far vedere su in aria, che, quando sia be-
hissimo eseguito, può rappresentare al piii

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