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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 8) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28028#0070
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&2 Lettere sopra

strufto quell’attico su cui volta la cupoìà^
e vi lian posto in luogo di quello delle mo-
clerne gentilezze. Che direbbe ilSerlio, il
Palladio ^ ii Desgodez, che hanno durato
tanta fatica a misurare i membri di quel
classico edifìzio? Che dirà il Pannini che
lo ha tante voite ricopiato nell’antica sua
forma? Oh! quelFattico era di cattivo gu-
sto, e i pilastrini di esso venivano tagliati
dalFarco della cappella màggiore. Sia. Veir-
gano avvertiti dai maestri i giovani scolari
a non seguir quelF esempio, benchè antico;
ma perchè metter le mani in opera così
venerabile deirantichità? Si vorrebbe egli
far correggere un testo di Cicerone, dove
ci fosse per avventura errore, da un qual-
che nostro maestruzzo di grammatica?

In Inghilterra soltanto e nella ùltima
Germanià sono rispettate presentemeiite le
antiche opere. II Re di Prussia e gl’ Ingle-
si j col leggere che fannci i buoni autori ?
con lo emulare i grandi uomini dell’ anti-
chitàj s’imbevono del huon gusto, si rfì
sprangan Panima per così dire. In Inghil-
terra e nel Brandernburxìo si rifabbricano

O

le cose del Palìadio, si rialzano degli anti-

chi
 
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