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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 8) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28028#0249
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l’ ArCHITETTTJRÀi 2,/^i

ben posto, e tali altri comodupci sono tU
tutti i paesi e di tutti secoli, E però io
50ggiunsi> che nons’ebbe il torto quel Viag-
giatore, quando la maggior parte de’palagi
italiani gli qualifìcò di belle inaschere. E
non pare a Voi, che a molti de’nostri si-
gnori dir si potesse con quell’antico : quam-
non habitas bene ! Quanto a m» io torrei
ad abitare in una casa francese posta a di-
rimpetto di un palagio del Palladio .

Del rimanente so benissìmo anch’io, che
bisogna procedere arilento, e co’calzari di
pioinbo, come dice il nostro aniico, a chia-
mare a sindicato i gran maestri ; e che di
tutti gli errori, che sformano un’opera> non
è sempre da accusarsene l’operajo, anzi il
più delie volte colui, che ha cornandato l’
opera medesima. Quante storpiature non si
Veggono negli edifìzj, quante cose non of-
fendono ne’quadri, delle quali non ha for-
se colpa nè l’architetto nè il pittore? Niu-
no vorrà riprendere il Yignola di quelle
sgarbatissime bugne, onde vengono ad es-
ser fasciate le colonne della porta nella ca-
sa de’Bocchi che è in Bologna, nè del ma-
stino che regna in tutta quella fabbrica^
To: VIII. Q poù
 
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