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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 8) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28028#0370
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562

Dopo gli antichi m’è venuto in pensie-
ro, se per avventura il Re non potesse
pensare ad avere una picciola e scelta rac-
colta di quadri moderni fatta in un inodo
particolare , il quale potesse sminuire , per
l’artiiizio che si usasse in farla , la dispro-
porzione , che v’ ha tra i morti pittori e i
viventi.

Chi impiegasse gl’ ingegni a quello , a
eui son dalla natura instituiti , vedrebbe
molto più belle produzioni, ehe non si ve-
dono ; poichè egli non è tanto difetto di
capacità negli artefici negli uomini , quan-
to malo uso che ne fanno , che è per av-
ventura cagione de’piccioli progressi delle
arti . Non conviene che il zoppo voglia
danzare, ehe il maldestro faccia di sè me-
stra in torniamento , o che colui, che non,
ha voce nè orecchio voglia ripeter le arie
dell’opera. Yedesi che un eccellente mae-
stro di cappella, come il sig. Hasse molte
volte in Italia ha fatto , può di mediocri
personaggi formare un’eccellente opera scri-
vendo secondo l’abilità di ciascuno, e non
volendo far cantar l’usignuolo a chi non
può imitare se non il gufo . Così il prin-

cipe
 
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