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Algarotti, Francesco; Algarotti, Francesco [Hrsg.]
Opere Del Conte Algarotti (Band 10) — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-10]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28030#0052
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44 L E T T E B. £

sono l’ordinario nutriraento di queiranima;
che concuocendolo dipoi in sè medesima,
lo converte in proprio chilo, lo depura lo
raffma lo assottiglia. Potrebbe leggere nel
corso di un anno scolastico su qualunque
cattedra, come quel pantomimo di Lucia-
no, che in un balletto contraffaceva tutti
gli dei. Nelle cose agibili, che sono fuori
della sua sfera, se gli dieno pochi dati, e
si udirà ragionare come il più perito e il
più pratico . Egli è veramente composto di
quel limo sottile, di cui la natura forma
gli eletti al sapere. E basta dire, ch’egli
è l’Anassagora del nostro Pericle, che ha
tante volte con la vittoriosa sua eloquenza
fatto di Yenezia ciò, che faceva l’antico
della Grecia .

Ma poichè ella non ha potuto vederlo,
faccia di leggerlo . II suo libricciuolo De
ortu et progressit morum etc. glielo farà co-
noscere abbastanza. II libro è di pâri con.
l’autore. Non vedrà già quivi unlatinista,
che presenta al lettore dei mazzetti di iio-
rite parole, tramezzandovi qua e là un quaL
che frutto non suo ; vedrà unfilosofo, che
imbandisce una ricca sua mensa di sugosis-

sime,
 
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