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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 11): Lettere Italiane — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-11]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28089#0168
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160 L E T T E 11 E

inmare. La divina Bassi, come avrete udi-
to, si portò divinamente bene, e vi so di-
re che la getite molto ne parla. Y’erano
forestieri moltissimi a tale esfetto venuti,
i quali cose grandi avran riportate ai lor
paesi. Di un tal prodigio tutti han piace-
re, se non se alcuno o alcuna, cui punga
rabbiosissima invidia . Da ogoi parte vengo-
no poesie in sua laude, così venissero an-
cora orologi e scatole d’ oro o altri sì fat-
ti ingredienti, i quali già sarebbon venuti
a qualunque cantrice si fosse fatta sentire
con maraviglia. Sentite questa, s’è da ri-
dere. Don Beuedetto Piccioli anch’egli ha
fatto un sonettino gentile, ma perchè egli
sembra trattare un poco di sodomia 5 è sta-
to da’revisori cassato. Egli dice tra l’altre
cose, parlando alia Bassi, che per lei ii suo
sesso muterà usanza, e v’aggiunge non so
che di fesse . Io ho fatto una canzone ia
fretta, e d’uno stii matto . La traggo me-
co in Inghilterra ad onorare le ceneri del
Neuton. Essa Bassi m’ha imposto di rive-
riryi. Io ho l’epigramma consegnato a Bal-
bi. Chiunque l’haveduto, lo ha molto io-
dato, ma questa è una nuova, di cui non

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