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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 17): Lettere Francesi — Venezia, 1794 [Cicognara, 3-17]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28095#0418
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ne, a cui perô non credette Cesare con-
veniente di fario condurre (1): licenziô il
senato, che più non convocô durante il
suo consolato (2), e portô la maîeria al
popolo aringando su i rostri, e seco aven-
do Crasso e Pompeo approvatori delle sue
leggi, che si osfrivano in pubblico da Ce-
sare interrogati di difender colla spada e
collo scudo quanto il consolo proponeva (3),
Per cotal modo i due primi citladini di
Roraa, 1’un per ricchezze, per la gloria
militare l’altro, il Creso e l’Alessandro-
de’tempi loro, divennero in faccia del mu-
to senato i littori e i satelliti di Cesare.
Si abbassô persino Pompeo in questo affa-
re ad essere uno de’ venti commissarj sta-
biliti dal sedizioso consolo per l’esecuzione
della legge agraria ; talchè il domator dell’
oriente e del mare colle vesli sue trionfa-
li accomunossi con persone, che appena
credea degne di legargli le candide sue fa-
scie alla gamba ; e discese Gneo Magno a

di-

(x) Dione , lib. XXXVIII. sul principio .

(2) Id. ibid. Appian. de Bell. Civ. lib. II.

(.3) Plut. in Cæsare. Appian. ibid. Dione, ibicî.
 
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