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Amico, Bernardino
Trattato delle Piante & Immaginj de Sacri Edifizi di Terra Santa: Disegnate in Ierusalemme secondo le regole della prospetiua & uera misura della lor grandezza — Firenza, 1620 [Cicognara, 3932]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28446#0069

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54 TRATTATO DE’ SACRI EDIFICII

della Cupola erano tutti fodrati di tauole di marmo, come si vede anch’*
hoggi eller la piazza, se bene i marmi l’ono tutti rotti per i'antichità, & an*
co perche quelfo luogo fù gran tempo fialla di condottieri -, tra le Colon*
ne,e’l muro sono pal. ventuno. Li pilastri sono tutti di disferente grandez*
za ; ma le Colonne posano con spatij vguali proportionatamente. II num,
50, è l’Altar de Gi'eci, doue non ci dicono mai Melsa j ma lè ne seruono
la sera del Sabato Santo nel far certaloro superstitione,che chiamano fuo*
co Santo , La piazza del stidetto Altai'e è per angoli palmi trentatre lun*
ga, e quattordici, e mezo larga. Ilnum. 31. è vna Cappella nella quale
stette vn tempo il titolo della Croce,hora è abbandonata,e senza oftìciatu*
ra il suo vacante è pal. otto larga, e sedici lunga -, hor tornando aila Cap-
pella della lettera N. il num. 41. è ringresto del nostro luogo, oue si lale
per quattro gradi, & ii suo uano è pal. noue, il quadro che è à mano sini-
straè de gl’Armeni,& è una semplice casuccia. La Cappella che stà fra l'A,
e P,è intitolatadella Maddalena, & è de Nestoriani. II num. 41. sono le
sedie del Choro con ii suoi scabelli d’auanti. II quadretto è il legno, doue
stanno i Ubri per officiare di notte,e giorno lsoffitio diuino, e quì esiste co-
tinuamente il Santistìmo Sacramento nell’Altar maggiore. Li vacanti del-
le muraglie sono Armarij, ne i quali si conseruano i paramenti per la Mes-
sa. Questa Chiesetta è per circonferenza palmi trenta,trent’uno,e mezo,
e quaranta. La Cappelletta di mezo è palrni vndjci larga,e tredici,e mezo
lunga. Quel che il resto de numeri signisica stà notato nella tauola,cioè 43.
44.4<5.46.4^. e 48. e tutto il resto della scala sopradella quale habitano
Turchijcon le loro Donne,e figliuolj,da i quali siamo molto trauagliati, ti-
randoci spesso de i sassì,e buttando nella scala molte robe,e poi con gridi,e
strepiti grandistìmi chiamando alcuno de Padri habitanti, che ce le resti-
tuiscano sporgendo essi in giù vna corda, & ìn questo gli buttano à dosso
molte immonditiej oiide v’è bisogno d’vna gran pacien/a,e di questa sor-
te di stratij se ne fanno di consinouo non ostante,che molte volte si dia lo*
ro dai Padri,pane,aceto,olio,e molt’altre cose, che elsi diman-
dano,non per bisogno ch'habbino jma perche goda-
no di leuarliàiPadrijiquali se tal’hora
glie le niegano i sastì piouono,e
multiplicano l'ingiu-
rie, & i dan-
ni.

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