24
sie nicht, wenigstens in der Erfindung, dieser Epoche zugeschrieben
werden könnte; sie wird eher früher als später zu setzen sein und
die Gruppe ist demnach nicht als Venus Genetrix zu bezeichnen, son-
dern schlechthin als Aphrodite und Eros59).
59) Cavedonis Erklärung lautet: „Vreuere Genitrice o Pudica; statua di marmo
alta circa 6 palmi. Ella b vestita di sottile tunica che sembra come portata daW
aure allo indietro, si che ne contorna le membra e ne adomhra a pena l'ignudo, for-
nita di corte maniche fermate con bottoncini, una delle quali cadendo sotto l'ascella
lascia scoperto l'omero d. e parte del petto (v. Apollon. Argon. I, 744); e da un lato
rimane aperta per modo, che lascia discoperto il fianco d. con parte della coscia e
della gamba: onde pub dirsi tunica fessa, ö)(\Gtö^ xiTl^v (v- Müller §. 339). Dal
braccio s. pende il manto, che va ad attacarsi al tronco di sostegno, sul quäle stassi
colle gambe incrocicchiate un Amorino, mancante di testa e di braccia, che si appoggia
alla spalla s. della madre. II braccio d. di questa, ora in gran parte mancante,
andava a posarsi sul fianco, ove rimane tuttora parte della mano (cf. M. P. Gl. T. I
Tav. 22). I capelli della dea, discriminati in su la fronte, vanno a raccogliersi in
un nodo verso la nuca. Che questa sia veramente bella e rara effigie di Venere Ge-
nitrice, o Pudica o Giusta, o Verticordia, che dir si voglia, h cosa omai certa e
comprovata pel riscontro di parecchi altri monumenti (v. il mio Saggio, El. not. 28,
cf. Bullettino 1838 p. 126). La ragione, per cui VAmorino [pag. 88], posato mW
omero della Madre in atto di carezzarla, fu scelto come simbolo di Venere Genitrice
e Pudica, parmi che fosse accennata da Virgilio con dire {Georg. II, 523):
Interea dulces pendent circum oscida nati;
Casta pudicitiam servat domus.
Egli discorre ivi delV innocente e consolata vita agreste; ed in pittura Ercolanese
(T. V tav. 4) vedesi il busto di Venere con Amorino mW omero d. che Vaccarezza,
e con pedo pastoreccio e rustico nella s.u [Vergl. Heibig a.a.O. S. 273 R, K.] Dazu
die Anmerkung: „Mi fa meraviglia il Visconti che la disse Musa, non ostante che
avesse advertito VAmorino posato sopra l'omero s. [Filippo Aurelio Visconti verfasste
einen handschriftlichen Katalog der Sammlung in Cataio v. Museo Chiaramonti (I)
p. 328 ed Milan. R. Sehn.]. II eh. Thiersch mostra non avere osservato questo attri-
buto preeipuo di Venere. Del resto, una bellissima statuina di bronzo rappresentante
similmente Venere Verticordia, o sia Pudica, uscita di recente a luce dal suolo deW
antica cittä d' Industria, conservasi nel Gahinetto particolare della Maestä del Re di
Sardegna (v. Bullett. I. c.) e fu illustrata dal ch. Prof. Costanzo Gazzera.11
[Erst während des Druckes wird mir Reifferscheid Observ. crit. et archaeol.
Breslauer Lectionskatalog 1878/79 zugänglich. Er vergleicht mit den oben ge-
nannten Münzen der Gens Iulia und den verwandten Horaz carm. I, 2, 33:
sive tu mavis, Erycina r'idens,
quam locus circumvolat et Cupido
Aber durch diese Verse werden doch eher griechische Darstellungen in's Gedächt-
niss gerufen, wie das hübsche Vasenbild des Hieron (Overbeck Gall. hist. X, 4) und
dergl., als die Münze des L. Julius Caesar Cohen Med. de la republ. pl. XX, 4, wo
der Wagen der Venus von zwei Amoren gezogen wird (vergl. Benndorf gr. u. sicil.
Vasenb. p. 39), so dass Reifferscheids Worte in L. Julii Caesaris nummis Venerem
circumvolari a duobus Amoribus videmus doch nur etwas uneigentlich zu verstehen sind.]
Bonn REINHARD KEKULE
sie nicht, wenigstens in der Erfindung, dieser Epoche zugeschrieben
werden könnte; sie wird eher früher als später zu setzen sein und
die Gruppe ist demnach nicht als Venus Genetrix zu bezeichnen, son-
dern schlechthin als Aphrodite und Eros59).
59) Cavedonis Erklärung lautet: „Vreuere Genitrice o Pudica; statua di marmo
alta circa 6 palmi. Ella b vestita di sottile tunica che sembra come portata daW
aure allo indietro, si che ne contorna le membra e ne adomhra a pena l'ignudo, for-
nita di corte maniche fermate con bottoncini, una delle quali cadendo sotto l'ascella
lascia scoperto l'omero d. e parte del petto (v. Apollon. Argon. I, 744); e da un lato
rimane aperta per modo, che lascia discoperto il fianco d. con parte della coscia e
della gamba: onde pub dirsi tunica fessa, ö)(\Gtö^ xiTl^v (v- Müller §. 339). Dal
braccio s. pende il manto, che va ad attacarsi al tronco di sostegno, sul quäle stassi
colle gambe incrocicchiate un Amorino, mancante di testa e di braccia, che si appoggia
alla spalla s. della madre. II braccio d. di questa, ora in gran parte mancante,
andava a posarsi sul fianco, ove rimane tuttora parte della mano (cf. M. P. Gl. T. I
Tav. 22). I capelli della dea, discriminati in su la fronte, vanno a raccogliersi in
un nodo verso la nuca. Che questa sia veramente bella e rara effigie di Venere Ge-
nitrice, o Pudica o Giusta, o Verticordia, che dir si voglia, h cosa omai certa e
comprovata pel riscontro di parecchi altri monumenti (v. il mio Saggio, El. not. 28,
cf. Bullettino 1838 p. 126). La ragione, per cui VAmorino [pag. 88], posato mW
omero della Madre in atto di carezzarla, fu scelto come simbolo di Venere Genitrice
e Pudica, parmi che fosse accennata da Virgilio con dire {Georg. II, 523):
Interea dulces pendent circum oscida nati;
Casta pudicitiam servat domus.
Egli discorre ivi delV innocente e consolata vita agreste; ed in pittura Ercolanese
(T. V tav. 4) vedesi il busto di Venere con Amorino mW omero d. che Vaccarezza,
e con pedo pastoreccio e rustico nella s.u [Vergl. Heibig a.a.O. S. 273 R, K.] Dazu
die Anmerkung: „Mi fa meraviglia il Visconti che la disse Musa, non ostante che
avesse advertito VAmorino posato sopra l'omero s. [Filippo Aurelio Visconti verfasste
einen handschriftlichen Katalog der Sammlung in Cataio v. Museo Chiaramonti (I)
p. 328 ed Milan. R. Sehn.]. II eh. Thiersch mostra non avere osservato questo attri-
buto preeipuo di Venere. Del resto, una bellissima statuina di bronzo rappresentante
similmente Venere Verticordia, o sia Pudica, uscita di recente a luce dal suolo deW
antica cittä d' Industria, conservasi nel Gahinetto particolare della Maestä del Re di
Sardegna (v. Bullett. I. c.) e fu illustrata dal ch. Prof. Costanzo Gazzera.11
[Erst während des Druckes wird mir Reifferscheid Observ. crit. et archaeol.
Breslauer Lectionskatalog 1878/79 zugänglich. Er vergleicht mit den oben ge-
nannten Münzen der Gens Iulia und den verwandten Horaz carm. I, 2, 33:
sive tu mavis, Erycina r'idens,
quam locus circumvolat et Cupido
Aber durch diese Verse werden doch eher griechische Darstellungen in's Gedächt-
niss gerufen, wie das hübsche Vasenbild des Hieron (Overbeck Gall. hist. X, 4) und
dergl., als die Münze des L. Julius Caesar Cohen Med. de la republ. pl. XX, 4, wo
der Wagen der Venus von zwei Amoren gezogen wird (vergl. Benndorf gr. u. sicil.
Vasenb. p. 39), so dass Reifferscheids Worte in L. Julii Caesaris nummis Venerem
circumvolari a duobus Amoribus videmus doch nur etwas uneigentlich zu verstehen sind.]
Bonn REINHARD KEKULE