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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. II
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0113

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85

Industrialo di Roma,1 no' quali sono rappresentati l'a-
nello eoi diamante, i tronconi, le penne, il giogo e la
testa di leone, improso di Leone X. Essi provengono
dal Conservatorio delle Mendicanti, dietro al cosi detto
Tempio della Pace; e come si trovassero là, avrò occa-
sione di esporlo in uno studio sui palazzi e le villo dei
Medici in Roma.

L'altare di Montecassiano, eretto, come dimostrano
i santi Rocco e Sebastiano, in occasiono di peste, porta
in alto la data del 1527, ma fu compiuto, come si logge
in un'iscrizione scritta in un gradino della tavola, solo
cinque anni appresso, cioè nel 1532. So sono esatte le
relazioni di chi ha potuto esaminarlo, la tavola di mozzo
e lo figuro della lunetta sarebbero di terra cotta ver-
niciata, o non smaltata. Da ciò parrebbe che fra Mattia,
morto forse di peste o nel sacco di Roma, non potesse
compierò il suo lavoro, od altri incapace di smaltare
avesse incarico di far le figure. Ma ciò richiederebbe
un attento esame dell'opera. Con questi documenti e
collo studio dell'altare di Montecassiano non sarà forse
difficile restituire a fra Mattia opere attribuito ad altri
della famiglia, o rimaste senza attribuzione.

D. Gnoli

Ercole de' Roberti fa cartoni per le
nuove pitture della delizia di Bei-
riguardo

La più importante opera eseguita da Ercole Roberti,
ne! periodo 1486-96, è probabilmente la pittura della
delizia di Belriguardo, di cui è parola in questo docu-
mento. La delizia era già stata ornata da Borse e prima
da Lionello d' Este, al cui tempo esisteva l'anticamera
detta dello Sibille, ricordata nella lettera seguente ; ma
don Alfonso d'Este, che fu poi il duca Alfonso I, do-
vette pensare a trasformare, secondo il nuovo gusto, le
decorazioni dello sale, o almeno di duo salotti, che met-
tevano in una gran sala, ed orano precedute da anti-
camere. Il documento ci mostra Ercole Roberti, il capo-
scuola ferrarese, intento ai disegni de'cartoni; e don
Alfonso, dimentico de'giuochi, dello passeggiate, osser-
vare da mane a sera il pittore al lavoro. Don Alfonso
doveva ossero ammiratissimo dell'ingegno di Ercole, e
tenerlo occupato oltre modo. A Isabella d'Este che sol-
lecitava il pittore a compierle il ritratto del padre, ri-
spondeva Bernardino Prosperi (28 maggio 1494) che don
Alfonso « sempre li slava sopra » e non gli lasciava modo
di attendere a quella pittura. Ma intanto venivasi così
formando l'educazione artistica del principe che nel

1 Uno di questi tondi, colla festa di leone incorniciata dal-
l'anello col diamante, è murato nel prospetto interno d'una
casa in via dei Delfini, e si può vederlo dai pianerottoli delle
scale della casa segnata eoi n. 3(i.

fonder bronzi, intagliare stipi por lo sue collozioni di
medaglie, dipinger maioliche trovò riposo alle curo dello
Stato. A. Venturi

(Cancelleria ducale, Archivio proprio. Carteggio dei
Cancellieri, Segretari, eie, nell'Archivio di Stato in
Modena).

« 111.«ni et Excoll.ma Madama mia.....

« Non vi poria maj dire a bastanza quanto sua ex.tia
è intenta più cha più, a queste sue picture et come
scripsi per laltra m.ro hercule li ha designato et desi-
gna una historia o fabula molto bella e grande suso
uno cartone de folij reali incoi .tj el quale ancora non
è compito et egli è stato suso questj 4 die da la matina
ala sirci in la. camera propria del nostro 111."10 Sig.ro
Duca, assotado al suo desco dal lato de fora, o lo S.re
Duca seria dal lato dentro del desco che maj non se
ne parte, e per dieta cagiono è stato quasi hóra de di-
snare ogni matina quando lha odito messa, e dreto
disnare ancora non se ne parti quasi maj: et questi
die non ha maj cavalcato fora per dieta cason salvo che
beri sira come intenderà vostra Sig.r'a de sotto : ni Ilio
maj veduto giocare a scaehj, ma due sire o tre circa
una bora de nocte ha lecto uno pezo un libro vulgare
che si chiama Josepho che fa mentione de cosse et
historie del testamento vecbio. Si che Madama mia a
mio parere questa sera una historia molto longa et fa-
stidiosa per Nuj altrj che voressimo vedere et godere
la presentia de sua Ex.tia continuamente et non la ve-
dere tanto reserrata et occupata ad una sola cossa si-
mile non siando do maiore portantia come la so sia.
Et credo che questa cossa ni farà stare qui fino al mer-
curi sancto et anche da poj più elio non voressimo,
Tuta via siamo qui per obedire et cussj siamo appa-
rechiatj continuamente.

«Il so è mandato a tore a forrara una bona quantità
de asse e quarti e sesti por faro queste armadure de
depinturj le quale tuta via so l'ano molto belle et molto
adestrato da lavorargo suso curn grande comodità de li
depintorj, et si so l'ano in tutj duj li salotj del Sig.1-e, zoo
in quello che mete capo in la sala grande el quale si
è facto do novo questo anno, et è a canto a lanticamara
novamente dopinola, laltro è quello che si era facto
prima deverso el broilo a canto a lanticamera de lo si-
bille, per che la camera dove dormo sua ex.tia è ;n
mezo, et mo da ogni lato do opsa è una anticamera, et
uno saluto si che pare che sua sig.'iu li voglia fare
depingere tutj duj come è dicto, por che a Inno e laltro
si fa le armadure da li depincturj.

« Ex belreguardo xiu februarij 1493.

« Servulus Siverius »

(foris) « Ill.me ot Ex.me Domina; meo obsorvan.

Domina; Ducissse terrario etc. »
 
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