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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. V-VI
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Fumi, Luigi: La facciata del duomo d'Orvieto, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0238

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202

LUIGI FUMI

laterali. È foggiato a guglia con cuspidi in ciascuna faccia fiancheggiate dai pinacoli con acroterio
e flore, con foglie rampanti cantonali e nei pioventi delle cuspidi; il tutto secondo le regole ele-
mentari dello stile ogivale.

Diversa invece è la maniera adottata dal Maitani nel coronamento delle sue torri. Ne offre
tre esempi diversi, uno per le due torri laterali, gli altri per quelle di mezzo. Il coronamento della
torre centrale di destra è il più svelto e pii ardito fra tutti; chè in esso si scorge a prima vista il
passaggio dalla sezione quadrata della torre a quella ottagona della guglia. Il pinacolo centrale,
ottagono, come si è detto, si distacca da quelli dei contrafforti d'angolo, e si eleva su di loro per
buona altezza fino a che - terminato pur esso da piccola guglia raggiunge il sommo del grande
frontone di facciata, riescendo così l'architetto a far prevalere sempre più il suo concetto fonda-
mentale che cioè la linea verticale avesse il predominio in tutte le parti del suo progetto. Negli
altri tre modelli il passaggio del quadrato all'ottagono è meno inteso; la massa generale della parte
di coronamento vi si restringe mano a mano, senza sporgenze e spicco di pinacoli nell'aria,
figurando i pinacoli laterali addossati al fusto ottagono della guglia di mezzo che ha il suo
nascimento dove essi terminano col loro fiore. Non è sicuramente raggiunta la sveltezza e
l'eleganza della prima maniera, cui darei sempre il mio voto, quante volte le torri del duomo di
Orvieto si volessero terminare secondo la mente del primo architetto, variando i finimenti attuali
che coi loro tempietti e porticene di ordine classico, coi loro pinacoli di nuovo conio o meglio
birilli da biliardo, benché raccordati maestrevolmente collo stile antico, pure all'attento osser-
vatore fanno rilevare a prima vista la costruzione posteriore foggiata nei suoi particolari, secondo

10 stile del cinquecento.

La sezione con rientranza nel centro di ciascun lato nelle torri di facciata si prestò pure al
Maitani per adattarvi la figura o simbolo degli Evangelisti, che figurati nel primo progetto colla
statua del santo e simbolo relativo, si vedono, nella seconda pergamena, posti sotto apposito bal-
dacchino con frontoni e pinacoli laterali, prestandosi a ciò, come si disse, la suddetta rientranza
od insenatura. Tale variante all'atto pratico non ebbe esecuzione, poiché troviamo conservato bensì

11 tracciato delle torri, quale fu descritto, ma soppressa l'edicola delle statue, forse per la ragione
che avrebbe prodotto cattivo effetto quell'aiternarsi delle cuspidi sulle porte coi piccoli frontoni
di quei baldacchini o giamberghe.

Passiamo al confronto fra i due progetti relativamente alla galleria che divide, nel primo caso,
l'ordine tricuspidale inferiore dal monocuspidale superiore, e nell'altro, i due ordini tricuspidali Ira
di lóro. Trattasi di varianti di solo dettaglio. Nel progotto primitivo è più conservata l'unità di
decorazione, perchè il frontoncino di ciascuna edicola o finestra si distacca seccamente dal fianco
delle torrette o contrafforti di divisione fra l'ima e l'altra, allo stesso modo che i grandi frontoni
sopra le porte hanno origine nei fianchi delle quattro torri. Nell'altro progetto si abbandona tale
principio. In esso gli archetti trilobati ed i loro cibori o fastigi vanno ad impostarsi sul capitello
delle colonnette interposte fra finestra e finestra, conservandosi la linea verticale mediante semplici
fascie sul prolungamento dei colonnini tra i frontoni superiormente, e tra formella e formella qua-
drilobata nel piano inferiore del parapetto. Con tale variante la galleria riesci più leggiadra e più
ricca a differenza dell'altra, che come vedesi nell'interno della chiesa, dove le gallerie sono costrutte
a quel modo, sarebbe riuscita più semplice e forse più dura e più secca.

Rimane a dirsi della grande ruota od occhio centrale. Quella disegnata nella pergamena più
antica, a differenza di altre simili delle chiese lombarde, è ricca di frastagli e trafori. La vediamo
divisa e suddivisa da colonnini ed archetti intrecciati fra loro in mille maniere colla figura del
Cristo nel centro, da cui si dipartono, come tanti raggi, e pilastrelli e colonnini con vetrate inter-
poste fra essi e gli archetti, con teste d'angeli dipinte nei campi, facendo così concorrere le tre
arti sorelle a formare la più bella aureola alla testa del Salvatore.

Il Maitani poche variazioni introdusse nel tracciato geometrico della grande ruota del primo
maestro. Vi aggiunse un solo ordine di colonnini, rendendo così più proporzionati fra loro gli
spazi occupati dai rilievi e quelli liberi delle vetrate. Dove però spiegò libero il volo di grande
artista si fu nella bella cornice od inquadratura che racchiude la finestra o ruota circolare. Vuole
in essa modificato radicalmente il primo progetto; vi sopprime la semplice fascia a rose quadri-
 
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