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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. V-VI
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Harck, Fritz von: Quadri di maestri italiani in possesso di privati a Berlino
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0244

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208

FRITZ HÀRGK

cosa che si [tossa dire veramente conservata; non vi si trovano però il disegno preciso e i contorni
nettamente segnati che non mancano mai nel Crivelli; come pure manca il colore chiaro e lucente
che gli è proprio; anche la testa della Madonna, che è quasi una testa da morto coperta solo dalla
pelle, non è fra i tipi soliti di questo pittore e ricorda piuttosto la scuola di Murano, alla quale io
ascriverei il quadro.

Un altro quadro di scuola veneziana, il cui autore non potrebbe essere stabilito che molto difficil-
mente, è quello in cui sono raffigurati i busti di h'e apostoli. Nel mezzo san Pietro con la barba bianca,
tiene con la destra le chiavi, con la sinistra un libro; è una testa magra, dai contorni nettamente dise-
gnati, con naso aquilino ed occhi profondi e penetranti; l'abito è di un color carmino che tende al
violetto, il mantello è giallo con ombre brune. A destra di lui si vede la lesta di un altro apostolo dalla
barba bruna, di tipo affatto eguale al primo; a sinistra il capo biondo ricciuto di san Giovanni (?) che
legge un libro. Le tre teste sono vivamente illuminate da sinistra e fortemente modellate; i capelli
sono trattati in masse con dei chiari delicatamente sovrapposti; è notevole l'accentuazione dell'angolo
nasale, il taglio netto della bocca e gli sguardi vivi e penetranti, particolarità queste che fanno pensare
al Carpaccio e ad Antonello; la testa del san Giovanni s'assomiglia molto nel disegno e nell'esecu-
zione alla testa di Cristo di scuola veneziana, da me posseduta, della quale parlerò più sotto, e, come
essa, appartiene forse a Pietro da Messina.

Un dipinto su cui vorrei richiamare in modo speciale l'attenzione degli italiani amatori dell'arie,
è quello che ora vengo a descrivere e che i lettori troveranno riprodotto nella tavola qui innanzi.
Dietro una balaustrata rosa chiaro si vede la Madonna con la sottoveste di color rosso carmino chiaro
e il manto verde-azzurro cupo girato sopra il capo, foderato di una stoffa verde con mostreggiatura
gotica, e intorno al capo un panno bianco pieghettalo; essa tiene con la mano destra appoggiato
ad un cuscino il bambino vestito di giallo chiaro, che si mette in bocca le dita della mano destra,
e con la sinistra gli sostiene le gambe. Il bambino ò mollo carnoso, ed il grasso l'orma profonde
pieghe alle articolazioni delle braccia, delle gambe, e specialmente al collo; la testa è grossa e.gli
occhi alquanto obliqui. La Madonna ha il naso forte e diritto, gli occhi bruni con pupilla piccolis-
sima e molto lontani l'uno dall'altro, la bocca piccola con gli angoli tirati in giù, che danno al
volto un'espressione di scontento; le sue mani sono grasse con metacarpi corti e le dita lontane
fra di loro anche alla base, con le articolazioni quasi punto espresse. Le pieghe delle vesti sono
quelle di una stoffa morbida di lana, e non già tese e tagliate verticalmente. Il quadro è dipinto
con una tempera densa interamente liscia, i chiari sono sovrapposti e nel panneggiamento tratteggiati,
molto luminosi e di colore freddo. A destra ed a sinistra tino all'altezza delle spalle della Madonna si
vedono degli alberi di color verde cupo dalle grandi foglie, dei quali si scorgono quasi soltanto i
contorni; dietro le figure c'è un fondo d'oro dentellato in modo affatto particolare; il resto del
fondo è azzurro chiaro. Il quadro porta manifestamente l'impronta della scuola squarcionesca, e
richiama alla mia memoria piii di tutti Gregorio Schiavone, sebbene vi trovi dell'analogia anche
con Gentile Bellini, segnatamente nel tipo della Madonna. Di questi due maestri vi sono nella reale
galleria di Berlino dei lavori autentici (n. 1162 e 1180), e confrontandoli col nostro dipinto, la
bilancia pende, a mio giudizio, dalla parte dello Schiavone, col quale esso ha nelle forme una
grande analogia; basti far notare specialmente le profonde pieghe della carnu alle articolazioni
delle mani, dei piedi ed al collo, la l'orma della mano, gli occhi alquanto obliqui, nonché la tecnica
dei colori delicati. Certamente il quadro del signor von Kauffmanri è superiore a quello dello Schia-
vone nella r. galleria tanto nel disegno che nell'esecuzione, e inoltre un momento cosi naturalistico
quale quello del bambino che si mette le dita in bocca, non ricorre affatto, per quanto io sappia,
.in questo pittore mestierante. Tuttavia, volendo proporre un nome d'autore, io farei quello di
Gregorio Schiavone, del quale questo dipinto sarebbe per conseguenza l'opera migliore: per questo
rispetto sono quindi d'opinione opposta a quella del dott. Bode, che vede in esso uno dei primi
lavori di Gentile Bellini.

Di pitture d'epoca posteriore il signor von Kauffpaann possiede ancora un eccellente ritratto,
largamente trattalo, di un vecchio veneziano dalla barba bianca, opera del Tintoretto, e cinque
piccoli dipinti di Innocenzo da Imola appartenenti ad una predella, di recente acquistali. Tre di
essi, la Nascila di Cristo, YEsposizione al tempio e Cristo che insegna nel tempio sono lavori
 
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