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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. VIII-IX
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Gnoli, Domenico: La sepoltura D'Agostino Chigi nella chiesa di S. Maria del Popolo in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0362

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318

DOMENICO GNOLI

Che è avvenuto della maravìgliosa sepoltura che il Vasari dice ideata da Raffaello? In che
consisteva? Ebbe intera o parziale esecuzione? Colla guida dei documenti pubblicati dal Gugnoni
stesso, e d'alcun altro che produrrò perla prima volta, mi propongo di rifare in gran parte la storia
di quella sepoltura, e risolvere le questioni propostemi.

Nel suo testamento de'28 agosto 1519, Agostino Chigi ordinava che la cappella al Popolo da esso
incominciata, si terminasse iuxla ordinationem per ipsum Testatorem alias factam, de quaordi-
natione Mgr. Raphael de Urbino el Mgr. Antonius de Sanctomarino sunt bene informali.1 E
poiché sappiamo per numerosi documenti che l'orefice Antonio da San Marino serviva il Chigi, e
qualche volta lo stesso Raffaello suo amico, piuttosto come agente che come artefice, facendo per
esso acquisti di case, convenzioni e simili affari, par chiaro che, nell'erezione della cappella, a lui
fosse riservata la parte amministrativa, mentre Raffaello, come architetto, ne dirigeva i lavori.

Nell'anno seguente Raffaello moriva, e a poco intervallo lo seguiva Agostino Chigi. Ad eseguire
la volontà del testatore, Sigismondo suo fratello, per mezzo di Arcangelo Colonna, 10 mesi dopo la
morte d'Agostino, faceva una convenzione con Lorenzetto, il quale si obbligava di costruire la
sepoltura. Questa obbligazione, che certo darebbe luce sul monumento, ci manca; ma essa è richiamata
in una ricevuta di Lorenzetto del 10 febbraio 1521 (forse la data stessa della convenzione), da cui
apparisce ch'egli si obbligava di costruire la sepoltura del Chigi, decenter, ornale et magistraliler,
intra 30 menses proximos a die d,e cedute computan. 2

Attesta il Vasari, che questa fu allogata a Lorenzetto dallo stesso Agostino, per suggerimento
di Raffaello; ma dalla presente obbligazione, che probabilmente è rinnovamento di patti anteriori,
par chiaro che la sepoltura non avesse che poco o nessun principio di esecuzione prima della
morte di Raffaello e del Chigi. Ciò è dimostrato dallo spazio non breve preso da Lorenzetto, trenta
mesi o due anni e mezzo, per dar compiuto il monumento.

Non molto appresso (tra il 10 luglio 1521 e F8 aprile 1522), 3 gli fu data commissione di fare
un altro simile monumento nella parete di contro, forse pel fratello Sigismondo. Lorenzetto mise
mano all'opera, e vi attese con tanto ardore che agli otto d'aprile del 1522, cioè ben prima del
termine stabilito nella convenzione, la sepoltura del Magnifico era pressoché condotta a termine,
e quella di contro già molto innanzi. Non so perchè egli prendesse nella convenzione un lempo
tanto più lungo di quello che realmente gli occorresse.

Ma a questo punto, o per la peste che visitò la casa dello scultore, o per l'assunzione al trono
d'Adriano VI che mise in fuga i letterati e gli artisti, o per altra ragione a noi ignota, Lorenzetto,
lasciato interrotto il suo lavoro, si portò a Firenze; i onde gli eredi del Chigi affidarono a Ber-
nardino da Viterbo l'incarico di condurre a termine i due monumenti, con foglio degli 8 aprile 1522. ■>
Il termine preso da Bernardino per dar compimento ai due sepolcri, ci indica chiaramente a
che punto essi fossero. Quello di Agostino si obbligò a darlo finito entro il maggio prossimo, cioè
un mese e ventidue giorni dalla convenzione; il che vuol dire ch'esso era pressoché finito:
l'altro poi entro l'ottobre prossimo, cioè in meno di sette mesi; dal che deve argomentarsi che
anch'esso era molto innanzi.

La convenzione con Bernardino da Viterbo, non so dire per qual ragione, non ebbe alcun
effetto; e Lorenzetto, tornato a Roma con altri artisti quando salì al pontificato Clemente VII, non
pare che mettesse più mano a quell'opera, e le statue di Giona e d'Elia, e alcune parti de' due
monumenti, rimasero nella sua casa a Macel de' Corvi. Venne il sacco di Roma, e la famiglia
Chigi, per pubblici avvenimenti, per incapacità e tristi vicende domestiche, s'avviava ad una rapida

i Cugnon'i, p. 169.
- Cucnoni, p. 145.

3 Nelle ricevute di Lorenzetto del 10 febbraio o
10 luglio 1521, si parla solo della sepoltura di Agostino :
quandam sepulluram prò cadavere q. D. Augustini.
fnvoce nell'atto citato approsso, in data 8 aprilo 1522,
Bernardino da Viterbo si obbliga di perfìcere opus
sepukurarum. L'ordinazione dunque della seconda sepol-

tura fu data in questo intervallo, e più presso alla prima
data che alla seconda.

4 Autobiografìa di Raffaello da Montelupo, Va-
sari, IV, p. 557.

5 Cugnom, p. 146. Dico il Cugnoni che, morto Loren-
zetto, 1' opera fu data a compierò a Bernardino da
Viterbo; ma egli non ha posto monte che Lorenzetto
non mori elio a' 15 di dicembre del 1541.
 
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