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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. III
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Gnoli, Domenico: Le opere di Mino da Fiesole in Roma, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0199

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186

DOMENICO GNOLI

può giudicarsene dal disegno datone dal Courajod, corrispondono appunto al fare di questo scultore;
e corrisponde perfino il vezzo di perle che scende sulla fronte alla testa di Medusa, come appunto
nella figura della Speranza dello stesso autore.

Prima d'uscir dalle Grotte debbo notare una serie di sei angeli volanti sparsi qua e là nei
sotterranei, 1 e che, come bene accenna lo Tschudi, dovevano sostenere il cerchio d'una cornice
a mandorla, presso a poco al modo stesso che abbiam veduto nel ciborio di santa Maria Mag-
giore. Di questi angeli la metà appartiene a Mino, non molto dissimili da quelli che abbiamo già
visti di lui; l'altra metà al Dalmata e appartengono alla stessa famiglia di quelli che abbiamo
visto nel bassorilievo del Padre Eterno. Per questo secondo lavoro fatto in comune, e diviso esat-
tamente in parti uguali, si conferma la mia supposizione che i due scultori avessero fatto società
insieme. Mi par probabile che anche questi angeli fossero eseguiti per commissione del cardinal
Marco Barbo, per la cappella di san Marco eretta da Paolo II quando era ancora cardinale.

Nella chiesa di Santa Balbina sull'Aventino, è su d'un altare un rilievo rappresentante la Ma-
donna e san Giovanni a pie' della croce, attribuito a Mino. Esso proviene da San Pietro, da cui
fu trasportato qui nel 1(550, e ornava appunto l'altare eretto dal card. Pietro Barbo, arciprete di
S. Pietro, poi Paolo II. Le figure della Madonna e di san Giovanni risentono della maniera di
Mino, specialmente nella maniera di panneggiare, in certi lembi di manto a linee geometriche,
in alcune superfìcie piane: le linee s'incontrano sotto al ginocchio di San Giovanni con tendenza
all'angolo acuto. E lavoro certamente della scuola di Mino, e in cui forse Mino ha avuto qualche
parte, ma non credo che sia suo. Non sono sue nè le forme, nè l'atteggiamento delle figure, nò
le faccie; e sua non è certamente la figura del Crocefisso, modellata con abilità, quantunque abbia
sottili e corte le gambe.

Ed ora passiamo ad un terzo lavoro eseguito da' due scultori in comune, per commissione
anche questo del cardinal Marco Barbo.

Domenico Gnoli.

1 Vedi Dionisi. Tav. Il, V, VI e LXXV. Questi an-
geli sono indicati come facenti parte del monumento
del cardinale Eroli, col quale non avevano che fare.

Il disegno di questo monumento si trova nel Grimaldi,
e le sculture che lo componevano si conservano nelle
Grotte.
 
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