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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. III
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0251

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238

dentelli. Ma sul fondo di mattoni velato dai secoli spic-
cano ancora, oltre queste eleganti finestre, oltre i dischi
a traforo svariato e orlati a dentelli, del secolo xiv,
oltre gli stemmi scolpiti nel Cinquecento, il tutto in
marmo d'Istria, anche le patere del secolo xii, o tutt'al
più del principio del xm, a palme e tralci con uccelli
beccanti, o animali lottanti, scolpiti nel marmo greco;
e finalmente le incrostazioni dentellate, a dischi di por-
fido rosso d'Egitto e a piastrelle mistilinee, secondo il
gusto orientale nel medio evo.

Quindi il Palazzo Da Mula è uno dei più notevoli
per ornamentazione, e forse il più pittoresco di colore
fra quanti si riflettono nell'onda delle lagune.

Onde ci piace di riportare quanto fu scritto, a pro-
posito delle trattative di vendita tenute dalla Ditta Gel-
somini e Tommasi, nel giornale la Riforma del 5 gen-
naio 1890: « Che i pseudo-antiquari esercitino il loro
mercimonio, e che i fabbricanti di sapone arricchiti
d'oltr'Alpe e d'oltre Oceano li stimolino a esercitarlo,
si può fino a un certo punto capire; ma che certi ita-
liani sembrino aver perduto ogni amore e ogni rispetto
per ciò che fa bella e ammirata la patria terra, non
si capisce, ed è triste cosa in se stessa e disonorante
nei suoi effetti. Rivolgiamo intanto una calda preghiera
al Governo perchè tuteli la integrità del palazzo Da
Mula, minacciato da così vandalica dilapidazione, e
s'affretti a ripresentare la legge per la conservazione
del patrimonio artistico nazionale ». E. A.

Lavori di restauro alla Basilica di Lo-
reto. — L'illustre architetto conte Giuseppe Sacconi
dirige d i qualche anno i restauri all'insigne basilica di
Loreto. Fondata nella prima metà del secolo xv, essa
conserva ancora l'iconografia primitiva, chiara ed ar-
monica nel suo bel movimento di chiesa gotica desti-
nata a servire al giro delle lunghe processioni dei pel-
legrini intorno alla S. Casa, la quale vi sta nel mezzo,
incastonata dal rivestimento marmoreo del Braman-
te, ricco di statue e di bassorilievi di Andrea Sanso-
vino, dei Lombardi, del Della Porta, sotto alla vasta
ed ardita cupola innalzata da Giuliano da San Gallo.
I più celebri architetti, scultori e pittori portarono il
loro contributo a questo monumento, unico esempio di
chiesa ogivale fortificata per servire di baluardo contro
le possibili invasioni mussulmane dalla parte del mare.
Cosi, mentre non si conosce chi ne abbia data la pianta,
e potrebbe essere forse quel Giorgio da Sebenico che
molto e stupendamente lavorò in Ancona, si sa chi vi
ha posto mano dipoi per compier la Basilica, modificarla
ed ornarla, come per es., oltre il Bramante e Giuliano da
San Gallo, Marin Zadrino, Giuliano e Benedetto da
Maiano, Baccio Pontelli, Antonio Picconi, Michelan-
gelo (?) ed altri dopo di costoro, non esclusi, pur troppo,
i barocchi. Melozzo da Forlì, Luca Signorelli e Bene-
detto da Maiano decorarono di affreschi e sculture bel-
lissime le due cappelline sulla diagonale delle due navi,

e" i Lombardi, incominciando da Girolamo, e i celebri
fusori recanatesi, dei quali il ch.o signor Pietro Gia-
nuizzi pubblicherà in quest' Archivio preziosi docu-
menti, vi profusero^dovunque magnifici bronzi.

Se non che, dal lato architettonico, la maggior parte
delle superfetazioni, quelle specialmente fatte in epoca
a noi più vicina, vennero a togliere molto della gran-
diosità dell'edificio e dell'armonia veramente mirabile
nell'insieme di tutte le linee secondo il primitivo con-
cetto. L'opera di restauro intrapresa dal conte Sacconi,
maturata dopo studi scrii e pazienti e coscienziose in-
dagini, inspirata da un alto sentimento di rispetto per
1' antichità del monumento e per i grandi artisti che
vi poser le mani, verrà a ridare all' edificio l'antica
grandiosità ed armonia di forme, ora svisate dalle su-
perfetazioni barocche di stucchi e di muri sovrapposti
che ricopersero i pilastri mistilinei e le arcate e le fene-
stre ogivali, e le volte a crociera, immiserendo l'aspetto del
monumento con una falsa parvenza di robustezza. L'opera
sarà veramente degna della insigne Basilica e dell'illu-
stre architetto, il quale non aggiunge in essa «di suo se
non ciò che v'è strettamente necessario, nò 1' aggiunto
maschera col colore per dargli l'apparenza di antico.
Piuttosto egli ornerà di nuovi altari, di dipinti, di vetri
colorati, di cancellate in ferro battuto, di decorazioni
d'ogni genere le grandi cappelle, togliendovi il ba-
roccume che le deturpa; e colla collaborazione degli
esimii artisti da lui scelti, quali il Maccari che dipin-
gerà interamente anche la vasta cupola, il Maccagnani,
il Moretti di Perugia e il pittor decoratore Stella, l'opera
del secolo xix rivaleggierà gloriosamente con quelle più
splendide che nella Basilica di Loreto lasciò l'epoca
del Rinascimento; come già ne può fare ampia fede
la cappella di S. Giuseppe, da poco tempo compiuta.

E. A.

Palazzo Spinola de' Marmi ora in possesso
dell'Opera Pia Della Casa in Genova. — È un

Palazzo posto nell'elenco dei monumenti nazionali; onde
l'amministrazione dell'Opera pia Della Casa, attuale pro-
prietaria, avendo trovato chi lo acquisterebbe colla con-
dizione però ch'esso fosse garantito libero e franco da
qualsiasi onere, vincolo e servitù...., insisterebbe perchè
esso fosse senz'altro radiato dal novero dei monumenti
sui quali, naturalmente, pesa l'onere d'esser conservati
nello stato in cui si trovano, ove non sia necessario di
togliervi brutte superfetazioni o d'eseguirvi qualche la-
voro perchè non deperiscano. Il Palazzo è storicamente
ed artisticamente importantissimo. Innalzato per ordine
di Iacopo del qm. Carroccio nei primi anni del secolo xv
sopra gli avanzi d'una robusta torre che i Guelfi ave-
vano distrutta circa cent'anni prima, esso presenta an-
cora nella facciata le originarie zone alternate di marmo
bianco e nero; gli archetti e i cordoni che ricorrono tra
i vari piani; gli scudi cimati dove campeggiano le ini-
ziali del fondatore, e le eleganti nicchie nelle quali spie-
 
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