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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. IV
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Cronaca artistica contemporanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0350

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CRONACA AUTISTICA CONTEMPORANEA

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circa quello che ormai tutti si accordano a chiamare
il Iiembrandt del Pecq. Ed eccomi pronto a mantener
la promessa.

Ha avuto luogo al tribunale civile di Versailles il
dibattimento della causa introdotta dall' erede della
signora Legrand, già proprietaria del quadrò contestato,
contro il suo acquisitore sig. Bourgeois, contro il perito
signor Gandouin, e contro il commissario all' incanto
signor Harau, cancelliere del Giudice di pace del Ve-
sinet. Contro il primo l'attore reclamava la rescissione
della vendita sostenendo che questa era viziata dall'in-
ganno del venditore, il quale credeva alienare un quadro
di pochissimo valore, invece di una tela preziosa: contro
gli altri reclamava una indennità, perchè il perito non
aveva saputo conoscere il valore del quadro, e il com-
missario all'incanto doveva condividerne la responsabi-
lità, essendo il perito stato scelto da lui. Circa la
rescissione della vendita, anche l'avvocato dell'attore
capì che non poteva sostenersene la pretesa, e poche
parole ne disse, ricordando come la Corte di Cassazione
avesse annullate alcune vendite di quadri perchè il
compratore s'era ingannato sul nome del loro autore.
Non esisteva però esempio di vendite rescisse per dato
e fatto di un errore del venditore. Lasciava quindi al
tribunale il decidere se quello dovesse esserne il primo
esempio. Così l'acquirente veniva posto fuori di causa,
e anzi può dirsi che la biscia si rivoltasse al medico,
giacché il compratore non esitò a chiedere che il ven-
ditore fosse condannato a pagargli 2000 lire d'indennità
per avergli immobilizzato il quadro in magazzino fino
al termine della causa introdotta. Ma fu ritenuto che
questo danno rimanesse ampiamente compensato dal-
1 enorme reclame fatta al quadro stesso dalle questioni
sorte intorno al medesimo. Circa il perito e il com-
missario, l'avvocato dell'attore richiese fossero condan-
nati per inesatta redazione dei cataloghi e degli avvisi
d'incanto, i quali, a suo parere., sono stati causa del
danno sofferto dal suo cliente, perchè non davano suf-
ficiente idea del valore delle pitture esposte in vendita,
tanto che l'acquirente istesso (che allora trovavasi a
Londra) si sarebbe astenuto di presentarsi all'incanto,
se non fosse stato un suo impiegato, il quale, messo a
punto da una risposta pungente datagli dal suo prin-
cipale, andò a vedere il quadro, ne fece in fretta in
fretta uno schizzo e glielo mandò fino a Londra.

Il commissario s'è difeso in poche parole. Le ope-
razioni da lui fatte lo furono sotto gli occhi dell'inte-
ressato: l'assistenza artistica l'ebbe da un competente
perito, e di questo ha seguito sempre 1' avviso. Se egli
si ingannò, la colpa non fu sua, e, come Pilato, se ne
lava le mani.

Il perito a sua volta dichiara che tutto ha fatto di
consenso dell'attore, il quale non ha mai sollevata
alcuna difficoltà contro il suo operato. Egli dunque igno-
rava affatto il valore che vuoisi adesso attribuire al quadro.
Se egli non ha fatto menzione della firma, che nel me-
desimo si legge, ciò avviene perchè i prudenti periti j

danno ben poco valore alle firme sui quadri. Del resto
anche le contestazioni nate in seguito circa il vero autore
del quadro, provano che egli non ha che prudentemente
operato, astenendosi da ogni attribuzione speciale e
recisa circa la tela controversa.

Udite le ragioni di tutti, il tribunale civile di Ver-
sailles decise che la vendita era valida e non poteva
annullarsi, e nominò una commissione con 1' incarico
di studiare se l'opera del perito Gandouin fosse stata
regolare, ovvero se avesse pregiudicati gli interessi
dell'attore. Questa commissione risultò composta del
Direttore della Scuola di Belle Arti, di un conservatore
del museo del Louvre e di un critico d' arte, ai quali
fu pure dato incarico di cercare qual potesse essere
il valore del quadro ove questo fosse stato messo in
vendita in condizioni regolari. Circa poi l'autenticità
del quadro la commisssione non fu chiamata a emettere
giudizio alcuno, essendo naturale che, in mancanza di
documenti certi, il suo parere, qualunque fosse stato,
non avrebbe potuto avere che un valore assai relativo.
Vedremo in seguito qual conclusione avrà questa ver-
tenza.

— Un'altra contestazione artistica ha avuto il suo
scioglimento davanti al tribunale delle Senna. Si trat-
tava di un quadro rappresentante Marat nella sua
bagnarola, che il suo possessore, sig. Terme, aveva
esposto nel 1855, qualificandolo opera del celebre pittore
David. La vedova del nipote dell'illustre artista pretese
di possedere l'unico originale di questo quadro, e adì
i tribunali perchè al sig. Terme fosse inibito di esporre
la sua tela, qualificandola come originale di David. I
pareri dei periti chiamati a rischiarare la questione
furon varii, e il tribunale infine decise che l'unico
originale era quello della vedova David, e che quello
del sig. Terme non era che una copia. Gli fu dunque
inibito di esporlo, venderlo o designarlo altrimenti che
come copia.

11 sig. Terme si appellò da questa sentenza, e la
prima Camera della Corte di Parigi gli ha dato ultima-
menie causa vinta, dicendo che il suo quadro non è
una copia, ma una ripetizione del quadro originale,
eseguita dall'autore stesso, che nella seconda tela ha
introdotto modificazioni felicissime, tanto sotto il punto
di vista della composizione, quanto sotto quello della
esecuzione. Così i litiganti rimasero contentati, trovan-
dosi padroni ciascuno di un originale di David.

— Continua la follia dei prezzi spropositati, che per
l'andazzo invalso si attribuiscono e si pagano pei quadri
di molto e anche di poco merito. Ho parlato àaW Angelus
di Millet, e del quadro di Tourner, acquistato dal Van-
derbilt per mezzo milione; dirò adesso del 1814 di Meis-
sonnier, che li ha superati tutti, aspettando a sua volta
che qualche altro furibondo acquisitore lo faccia entrare
anch'esso in seconda linea.

Questo dipinto di Meissonnier rappresenta Napoleone I
che pensieroso e umiliato, seguito dal suo stato mag-
giore, per una strada nevosa della Russia, muove i

Archivio storico dell'Arte. - Anno III, Fase. VII-VIII,

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