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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. VI
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Fabriczy, Cornelius von: Giuliano da Majano: architetto del Duomo di Faenza
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0463

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G. DE FABRIGZY

eseguiti nei medesimi anni (avanti il 1477; vedi Vasari IV, 2(58 nota 3), quando Maestro Mariotto
era impiegato da lui come suo commesso o vicario nella fabbrica del duomo di Faenza, aggiunge
forse ad essa un argomento di probabilità di più. In verun modo, però, il Domenico di Mariotto
del Vasari si può identificare col nostro Maestro Mariotto di Giovanni.

Come riguardo alle due fabbriche di cui abbiamo testé discorso così anche intorno ad alcuni
altri lavori di Giuliano e alle vicende della sua vita le ricerche degli ultimi tempi ci hanno
somministrato ricco materiale; di modo che il Gommentario aggiunto dal recentissimo dotto anno-
tatore del Vasari alla sua vita, in alcune parti non corrisponde più allo stato attuale delle nostre
cognizioni intorno al maestro. Crediamo perciò far cosa grata agli studiosi raccogliendo e rias-
sumendo nel seguente prospetto cronologico tutto quanto finora ci è dato conoscere sulle sue opere
e sulla sua vita.

1432. Nasce Giuliano da Lionardo d' Antonio e Diana (Port. al Catasto del 1480, pubbl. da
Gaye, Carteggio inedito ecct. voi. I pag. 268).

1455. Fa per la Compagnia di santa Agnese delle Laudi nel Carmine una cassa con spalliera
e ringhiera (Vasari-Milan. t. II, p. 480).

1400-4. Intaglia due candelieri per la chiesa del monastero di santa Monaca (Vasari II, 85
nota 4 e pag. 480).

1461-2. Fa per la Badia di Fiesole diversi lavori d'intaglio e di tarsia, fra gli altri gli armadi
della sagrestia (Arte e Storia X, pag. 20).

1485, 22 settembre. In un documento di questa data si trova ricordo di diversi lavori ordinati
da Giuliano, circa la fabbrica di Loreto, onde si desume ch'egli a questo tempo era presente costì
(1. c. pag. 419).

1486, 9 gennajo. Il cardinale Della Rovere notifica al suo commesso di Recanati di aver scritto
a Giuliano (che evidentemente era di nuovo ritornato a Firenze), che si trasferisse subito a Loreto,
a continuare questa fabbrica (1. c. pag. 420).

1486, 7 marzo. Il medesimo scrive allo stesso indirizzo di aver avviso che Giuliano sia partito
da Firenze, anzi di credere che sia già arrivato a Loreto (/. c. pag. cit. Con questo documento
cessano le notizie sull'attività di Giuliano intorno alla fabbrica di S. Maria a Loreto.)

1486, 11 maggio. Giuliano è uno dei 47 cittadini e maestri convocati per deliberare circa il
numero delle porte da farsi nella facciata di S. Spirito. Il parere suo per le tre porte vince con
30 voti contro 17 (Gaye II, 450 e Cavallucci nella Nazione di Firenze del 13 e 14 settembre 1868). 1

1487, luglio. Giuliano, per mezzo del banco dei Gondi di Firenze, riceve da Alfonso duca di
Calabria 200 ducati pei modelli forniti da lui per i palazzi di Poggio reale e della Duchesca.
(N. Barone, Cedole di tesoreria nelVArch. stor. napol. anno IX e X).

1487 (?) Prima di trasferirsi a Napoli Giuliano comincia un coro di legname pel duomo di
Perugia, che dopo la sua partita fu continuato e finito nel 1491 da Dom. del Tasso (Vasari II,
482 e Giornale di Erud. artist. Perugia anno 1872 p. 98).

1488, 29 gennajo. Si pagano 25 ducati pel trasporto dei modelli dei palazzi di Poggio reale
e della Duchesca da Firenze a Napoli (N. Barone l. c.).

1488, 17 febbrajo. Giuliano entra a Napoli a'servigi del duca Alfonso {Arch- stor. napol- anno
X, pag. 186 e seg.), e attende quivi alla costruzione dei due palazzi sopranominati (Effemeridi di
G. P. Leostello, pubblicate da D. Gaet. Filangieri nel Voi. I. dei Documenti per la storia, le arti
e le industrie napoletane).

1490, 12 febbrajo. Invia due disegni al concorso aperto con deliberazione di questa data pel
compimento della facciata di S. Maria del Fiore (Vasari IV, 306).

1490, 17 ottobre. Muore a Napoli (G. P. Leostello l. c. e Vasari IX, 256).

C. de Fabriczy

1 La lettera del Sangallo ivi pubblicata è scritta il nell'Archivio di Firenze; del resto Giuliano da Majano
15 maggio del 1486 e non come indica l'autore del- nel 1490 era già da parecchi anni a Napoli,
l'articolo del 1490. Ciò si desume dall'originale esistente
 
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