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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0090

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58

ascrivono la pala che stava su quell'altare e che si con-
serva ancora, ma isolata, sullo stesso pilastro, ad Iacopo
Montagnana, pittore padovano, il quale, nato intorno
al 1450 e cresciuto alla scuola dello Squarcione, seppe
assimilare alla maniera squarcionesca quella de' Bellini,
che, siccome è noto, avevano nel 1459 compiuta per la
Basilica di Sant'Antonio la tavola, ora perduta, che
stava nella cappella del Sacramento, dove nel 1476 lo
stesso Montagnana aveva avuto l'incarico di lavorare
a fresco.

L'altare, oltre che a san Sebastiano, era stato fin
da principio (come si leggeva in uno de' pilastri del-
l'altare stesso rifatto nel 1511) dedicato al Crocifisso,
a san Bonaventura, a san Gregorio, a sant'Orsola ed a
tutti i martiri. Perciò il dipinto mostra nel mezzo il Cro-
cifisso, a cui formano corona intorno al capo, sopra i
rami che si stendono dalla croce, i busti di dodici pro-
feti, mentre sotto, due per parte, son rappresentati in
figura intera, a sinistra di chi guarda, i santi Sebastiano
e Gregorio, sant'Orsola collo stendardo e san Bonaven-
tura, a destra.

Esaminando il dipinto, vi si trova, specialmente nei
nudi del Cristo e del San Sebastiano, la maniera bel-
linesca, non tanto profonda, ma larga ed avanzata, ma-
niera quindi che nei dipinti del Montagnana non sa-
premmo riscontrare; aggiungasi a ciò una tonalità in
generale piuttosto argentina, la quale non può derivare
se non dallo studio delle opere del bresciano Girolamo
llomanino, che già dal 1513 lavorava a Padova pei mo-
naci di Santa Giustina e nelle ultime opere eseguite in
questa città mostra appunto una tale caratteristica. Se
non che in alcune parti, e in particolar modo nella San-
t'Orsola, si scorge ancora una certa secchezza e crudezza
di contorni e di pieghe, le quali, benché non appariscano
in disarmonia coir insieme, mostrano tuttavia la mano
d'un maestro anteriore, uscito dalla scuola dello Squar-
cione e formatosi sulle opere del Mantegna e dei Bel-
lini nella lor prima maniera, quale ò appunto Iacopo Mon-
tagnana.

I signori Crowe e Cavalcaselle, tanto nella vita del
Montagnana quanto in quella di Girolamo Dal Santo
(Geschichte d. ital. Malerei, V, 360, e VI, 441), attribui-
scono, e non senza ragione, il dipinto a quest' ultimo,
trovandovi analogia di stile, di colorito e di forme con
altre opere di lui, il quale, secondo ben giudicarono i
due illustri storici dell'arte, mostra di seguire special-
mente il Romanino.

Dai documenti infatti che qui pubblichiamo, tratti
dal Liber determinationum gubernatorum archae divi An-
tonii dal 1487 al 1548 a p. 39, e dal Libro de le in-
trude et spese, scritto da Girolamo Amulio, incominciando
dal 1° luglio 1518, a carte 60, conservati nell' archivio
della Yen.11 Arca del Santo, e conosciuti già, ma assai
imperfettamente, dal Pietrucci che non se ne seppe
neanche giovare (cfr. Biografie degli artisti padovani,
pp. 77 e 198), apparisce appunto come Girolamo Dal

Santo abbia avuto nel 1518 l'incarico di terminare e
restaurare, e perciò quasi di rifare, la pala ch'era stata
da un altro incominciata. Il Montagnana era già morto
da parecchi anni, forse nel 1511, certo dopo il 1508,
lasciando il quadro, come sembra, incompleto.

Dagli stessi documenti risulta anche un'altra cosa,
che cioè Girolamo Dal Santo, così denominato perchè
abitava presso la Basilica di Sant'Antonio, non deve
confondersi con un altro pittore, un certo Girolamo figlio
di Andrea de Surdis, perchè il nostro è indicato come
figlio di maestro Battista, il quale era anch'esso pit-
tore. Ha quindi molto probabilmente ragione il Pietrucci
(op. cit. pp. 77 e 78, nota), che identifica il nostro
con quel Girolamo Cesaro che, assieme a Domenico Cam-
pagnola, diede parere intorno ad un dipinto di Stefano
Dall'Arzere.

N. Baldoria.

Complementum palle et altaris diui Sebastiani
{Liber determinationum, etc.).

Nouembre 1518.

Quia Capella et altare diui Sebastiani posita ante Ca-
pellam S. felicisper quondam reuerendum patrem fratrem
Iacobum mastellarium ordinis et Conuentus beati An-
toni j incepta fuit exornare suis proprijs expensis et cum
sit quod idem frater Iacobus mortuus sit nullis relictis
heredibus et capellam ipsam et pallam reliquerit im-
perfectam, Yenerabiles pres Magr petrus ballota et magr
Antonius de curte guardianus, D. mr bernardinus Spe-
ronus, D. mgr marcus antonius Cermisonus Doctores, et
spectabilis D. Ioannes Zabarella, omnes massarii et gu-
bernatores arche diui Ant1. Deliberaverunt quod de
pecuniis diete arche Compleant omnia et opera iam
incepta et quasi completa perfitiant quia cedit in maxi-
mum ornamentum totius ecclesie, Et ita mandauerunt
mihi hieronymo Amulio thesaurario diete arche ut cum
aliquo excelienti pictore Conuenirem et rem omnem tam
capelle quam palle et altaris expensis arche ad per-
fectionein redendam curarem et paucis post diebus per
reuerendum patrem antedictum magmi petrum ballotam
Conclusum fuit cum magro hieronymo patauo pletore ut
pallam diete capelle acuratissime pingeret et figuras im-
perfectas coloribus exornaret et que imperfecta remanse-
rant diligentissime emendar et prò pretio ducatorum septem
reliqua vero perficienda mihi commiserunt. Laus Deo
et diuo Ant.0

(Seguono le firme).

(Dal Libro de le intrude et spexe scritto da Giro-
lamo Amulio incominciando dal 1° luglio 1518).

c. 60. M° Hieronimo depentor fiolo de ni0 baptista
sta al Santo de hauer per conzar la palla de laltaro
de S. Sebastian per mezo la capella de S. Felise e
 
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