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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. II
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Harck, Fritz von: Quadri di maestri italiani nelle gallerie private di Germania
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0114

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FRITZ IIARCK

interesse si estende egualmente su tutto il campo della storia dell'arte, ed egli cerca di riunire
opere che rappresentino tutti i popoli e tutti i tempi. Per questo rispetto la sua raccolta sta in
opposizione alla maggior parte delle Gallerie private di Germania, eccettuata forse quella del
signor Wesendonck a Berlino. Per gentile liberalità del proprietario, essa è aperta al pubblico
in alcuni giorni della settimana, e il godimento che si prova nel visitarla è facilitato da un ca-
talogo in cui son registrati i dipinti come sono distribuiti sulle singole pareti. Considerando poi
l'importanza della collezione, è da salutarsi con somma gioia la decisione presa dal signor AVeber
di farne compilare un accurato catalogo scientifico; di questo lavoro è stato incaricato il profes-
sore Woermann, direttore della R. Pinacoteca di Dresda, ed ogni amatore dell'arte deve essere
grato di cuore al signor AVeber per questo atto che contribuisce a rendere sempre più nota la
sua collezione. Finora essa è rimasta poco conosciuta e solo una volta ne fece una breve ras-
segna il professore von Pflugk-IIartung. 1

Noi ci occuperemo soltanto dei lavori italiani. Ma come negli articoli per lo innanzi pub-
blicati in questo periodico intorno ad altre collezioni private, così anche in questo siamo ben
lontani dal voler dare un elenco preciso di tutti i quadri italiani: questi brevi studi non sono
destinati ad altro che ad essere una specie di guida per gli Italiani amatori dell'arte, i quali
visitino la Germania, una guida che serva loro a trovare le più notevoli opere artistiche della
loro patria, però soltanto quelle delle quali si possa in qualche modo veuir a parlare in un la-
voro di storia dell'arte. Anche qui partirò da questo principio, e perciò non voglia adirarsi meco
il proprietario della collezione di cui mi occupo, se passo sotto silenzio parecchi de' suoi quadri
di scuola italiana.

Il numero dei quadri di cui dovrò trattare ò tuttavia così grande che sarà più opportuno
dividerli secondo le scuole. Comincieremo con la scuola fiorentina, della quale sono da nominarsi
parecchi dipinti, e prima di tutto una Adorazione del Bambino con figure grandi tre quarti del
naturale. Innanzi ad una capanna ò inginocchiata a destra la Madonna in atto di adorare il
Bambino che giace innanzi a lei; a sinistra, pure in atto di adorazione, sta inginocchiato un
angelo. Il quadro è molto danneggiato : le carni specialmente sono ritoccate, ed in conseguenza
di ciò hanno preso un tono rossiccio cupo. Il quadro è della scuola di Lorenzo di Credi, ma
non è abbastanza buono per poterlo attribuire al maestro stesso. Poco lontano è appeso un di-
pinto caratteristico, ma poco attraente, del suo scolaro G. A. Sogliani, che nell'espressione delle
teste e nelle ombre profonde mostra l'influenza di fra Bartolomeo. Dovrebbe appartenere all'ul-
timo periodo della sua carriera artistica e rappresenta in mezze figure grandi metà del naturale
la Madonna che tiene innanzi a sè il Bambino in piedi su di una balaustrata; alla sinistra del
Bambino sta sulla balaustrata il piccolo san Giovanni, dietro di lui un angioletto, e a destra,
dietro la Madonna, san Giuseppe. Domenico Puligo è rappresentato da un buon quadro raffigu-
rante la Madonna col Bambino in grembo, alla cui sinistra sta santa Elisabetta col piccolo san
Giovanni. Ad un pittore fiorentino che risente l'influenza di Andrea del Sarto appartiene anche
il Busto d'uomo in grandezza naturale, rivolto per metà verso destra, vestito di nero e con un
gran cappello nero. È molto sbiadito e sembra aver perduto le velature, per cui è impossibile
ascriverlo a qualche artista; esso fa pensare però ad un maestro come il Franciabigio. I na
Madonna col Bambino, da lei tenuto in grembo con ambe le mani, in mezza figura e grande tre
quarti del naturale, proviene dalla scuola di fra Filippo Lippi, alla quale accennano subito il
tipo delle teste, l'esecuzione dei capelli di color biondo chiaro e il modo di dipingere le carni
con penombre rossiccie e leggiere ombre bruno-verdi. Questo dipinto non è però tanto fino da
potersi ritenere del maestro stesso, ma ò opera di un suo buono scolaro. Meno buona, ma della
stessa provenienza è una piccola figura di San Giovanni Battista-, che forse s'avvicina più alla
scuola del Botticelli; qui ritorna un particolare del quale ho già fatto menzione parlando d un
quadro della collezione Vieweg in Braunschweig, quello cioè di una scure conficcata in un tronco
d'albero secco. Un tondo con la rappresentazione della Sacra Famiglia e il piccolo san Giovanni

1 Eepertorium far Kunstwìssenschaft, voi. Vili.
 
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