Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Archivio storico dell'arte — 4.1891

DOI Heft:
Fasc. II
DOI Artikel:
Ricci, Corrado: Fieravante Fieravanti e l'architectura Bolognese nella prima metà del secolo XV
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0130

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
CORRADO RICCI

Da quell'anno al 1416 parecchie opere notevoli d'architettura sorsero in Bologna, ma sono,
dirò così, anonime. Certo però in alcune d'esse dovette lavorare Fieravante se a Braccio piacque
sino al punto da condurlo seco nell'Umbria a costruire il proprio castello di Montone.

Del 1402 il governatore visconteo fece cominciare una cittadella1 e, del 1403, riedificare
le due porte di strada Castiglione e della Mascarella. 2 Un grande lavorìo s'ebbe nel 1410 ad
architettare e ad ornare le celle dei. cardinali in Palazzo pel conclave che elesse Giovanni XXI IL
In quel frattempo si lavorava alla ricostruzione delle chiese di San Giovanni in Monte, del
VIncoronata sulle mura ed in vari edifici privati, quantunque il succedersi dei rumori popolari
e degl'incendi e delle ruine in quel primo ventennio del secolo xv (ventennio che vide le più
fiere e sanguinose lotte di Bologna) lasciasse poco agio e poca tranquillità alle manifestazioni
artistiche.

La cittadella di Galliera, ricostrutta, come s'è visto, nel 1402 dai Visconti, fu, dopo nove
anni appena, nel maggio del 1411, atterrata furiosamente dal popolo, uomini e donne, vecchi e
giovani, a suono di squille e accompagnando ogni scroscio di muro che precipitava con gridi e
canti selvaggi. Eppure il castello risorse per la terza volta nel 1414 d'ordine del papa, il quale
« lo fece murare di terra e prede con le muraglie grosse 15 piò; poi li fece suso un palancato
molto alto ».

Lavorò Fieravante nelle demolizioni o nelle costruzioni della ròcca? Forse nelle une e nelle
altre, sotto la direzione di maestro Giovanni da Siena ingignero del comune di Bologna. Un cro-
nista contemporaneo racconta che costui nel 1401 ricorse a mille artifizi per espugnare e de-
molire la cittadella aggiungendo che in fine furono deputati diversi ingegneri perchè assistessero
alla demolizione. « Li ditti ingigneri comenzono a rompere e a tagliare gli pedali de le thurri
e a puntelarle, e puossa fichando fuoco in gli puntari le fevano minare a terra».3 Proprio come
avea fatto Nicola Pisano per abbattere la torre del guardamorto in Firenze.

La riedificazione del castello fu da Giovanni XXIII affidata agli stessi ingegneri che l'avevano

demolito con a capo Giovanni da Siena. Ed a questi lavori è quindi lecito, con tutta probabilità,

far risalire le prime fatiche o prove di Fieravante, il quale, se come architetto apprese l'arte

sotto Antonio di Vincenzo, come meccanico ed ingegnere fu certo istrutto alla scuola ed ai servizi

di Giovanni da Siena che nei primi tre lustri del Quattrocento diresse pel comune di Bologna

e pei legati quasi tutte le costruzioni di difesa alla città ed al contado, e tutti i lavori idraulici,

dei canali interni ed esterni alla città stessa.

».

III.

Nella lettera di Iacopo dalla Quercia non si trova altra menzione di lavori fatti da Fiera-
vante per Braccio, oltre alla ròcca di Montone. Ma la storia ci fa fede che, più volte, il grande
capitano di ventura mise all'opera l'ingegnere. Già Annibale Mariotti gli assegna l'opera gran-
diosa dell'emissario del lago Trasimeno compiuta per opera del Fortebracci fra il 1420 ed il 1423
circa. 4 II Mariotti veramente ricorda Aristotile Fioravanti, ma i lettori già sanno dell'equivoco
frequente e sanno che proprio allora ai servizi di Braccio si trovava Fieravanti nato intorno
al 1380. Del 1420 Aristotile era certamente assai fanciullo, di cinque o sei anni appena.
Bastano a provarlo i fatti che del 1475 intraprese il viaggio in Russia, che del 1472 ebbe
la figlia Elena, e che la sua prima ed assai modesta fatica risale al 10 maggio del 1436, nel
quale giorno fu con Gaspare Nadi, mastro muratore e cronista a tempo perso, a tirar sulla torre

' Il castello a porta Galliera. Cfr. Fu. Guidotti, Cro-
naca di Bologna, iris. n. 788 della il. Bib. Univ. Boi. 52 v.
e Pietro ih Mattiolo, Cron. cit. 118.

2 Guidotti, Cron. cit. 53 r.

Pietro di Mattiolo, Cron. cit. pp. 230, 231 e 259.

4 Ann. Mariotti, Lettere pittoriche perugine a Bal-
dassarre Orsini, Perugia, 1788, p. 107 — Cfr. P. Pel-
lini, Dell' hi storia di Perugia, Venezia, 1004, II, 247 —
Vestrini, Dissertazione sopra l'emissario, ecc. § 3.
 
Annotationen