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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. VI
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Bode, Wilhelm von: Lo scultore Bartolomeo Bellano da Padova
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0440

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408

WILHELM BODE

Antonio Roselli aveva già comperato egli stesso il posto per il suo monumento, e veramente
nell'anno 1456.1 Si è quindi inclinati a credere che il monumento sia stato eseguito mentr'egli
ancora viveva. Senonchò il Marzuppini, nel cui monumento se ne vede manifestamente il modello,
in quel tempo era appena morto, ed il monumento gli fu rizzato da Desiderio probabilmente
solo negli ultimi anni di sua vita. Il Bellano era allora in Firenze, come lo prova con certezza
la sua chiamata da Firenze a Perugia nel 1466; dopo posta la statua del papa nel duomo di
Perugia, egli sarà pertanto ritornato a Padova, e, avendo ancor fresca l'impressione del monu-
mento da lui veduto in Firenze, vi avrà eseguito dopo il 1468 quello del Roselli.

Così ci si mostra il Bellano sotto l'immediata influenza del suo soggiorno in Firenze. Un
monumento anteriore a questo, quello del giovane Giovanni de' Narni, morto nel 1455, che si
trova nella cappella di questa famiglia nel Santo, dimostra che l'artista, prima di portarsi a
Firenze, seguiva in tutto il semplice tipo gotico dei monumenti sepolcrali dell'alta Italia. Nella
nicchia terminante ad arco acuto con una cornice gotica semplice e dura, riposa su di un alto
zoccolo la nobile figura del giovanetto su una bara posta di traverso, lungo disteso e comple-
tamente armato. Nella lunetta sono dipinte a fresco le armi del morto, la cui figura è eseguita
in marmo bianco, mentre il resto del monumento è di marmo colorato. La delicatezza della
testa, il carattere particolare delle mani fine non ci richiamerebbero alla mente il Bellano, se
non ci fossero i due angeli inginocchiati accanto allo zoccolo, che tengono, uno da una parte,
l'altro dall'altra, una grande tavola con un'iscrizione. Le loro vesti lunghe con pieghe strette, i
loro volti larghi e bonari, accennano ad una maniera, che fra quelle degli scolari padovani di
Donatello, s'avvicina con maggior probabilità allo stile del Bellano. Al quale non mi sembra
di dover ascrivere con tutta sicurezza anche il monumento di Erasmo Clattamelata, che fa ri-
scontro al suddetto, poiché i due angeli nudi rannicchiati che vi si vedono 2 si scostano troppo
da quelle graziose figure fanciullesche; del resto la concezione e l'esecuzione della figura sepol-
crale è quasi la stessa.

Un'opera che per me serve a convalidare l'attribuzione al Bellano di questi due monumenti,
o almeno di quello del giovane Gattamelata, e che nello stesso tempo offre un interessante
pnnto di confronto col monumento del Roselli, è la pietra sepolcrale di una santa che nel-
l'anno 1879 fu acquistata in Padova per il Museo South Kensington come opera di Donatello.
La posizione della morta ò quella stessa che si trova nei monumenti dei due Gattamelata ed in
quello del Roselli, solo che, in vece d'essere ritratta in figura piena, lo è soltanto in bassorilievo.
Gli angeli che stanno ai lati agitando ciascuno un turibolo sono perfettamente conformi, e nelle
vesti e nel rilievo e nei tipi, a quelli che si trovano nello zoccolo del monumento di Giovanni
de' Narni ; e similmente la quasi nobile figura giovan'le della santa, tanto nel rilievo come nello

scorcio, nelle vesti strettamente aderenti al corpo, nei capelli sciolti e sparsi intorno al corpo,

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mostra la più stretta affinità con le due sante della lunetta del monumento Roselli. E questo
uno dei primi lavori del Bellano, di una particolare semplicità ma nello stesso tempo di un effetto
veramente felice.

Dalla bottega del Bellano uscì molto probabilmente la porta della chiesa di San France-
sco, come pure quella di San Niccolò a Padova; e credo anche l'altra in Santa Giustina, pure
a Padova, nel braccio di croce a destra, la quale serve d'ingresso al vestibolo per cui si
accede alla cappella di San Prosdocimo. I fregi di quest'ultima sono però alquanto rozzi e gros-
solani.

Di fronte all'accennato gruppo di monumenti sepolcrali molto diversi e che occupano per lo
meno quattro decenni dell'attività artistica del Bellano, sta un gruppo di rilievi maggiori, rappre-
sentanti tutti la Pietà. Mentre in quei monumenti si notavano influenze molto varie, sempre però
conservandosi più o meno grande la dipendenza di Donatello, in questi altri lavori invece, come

1 Come testimonio del contratto è nominato un

« m" Bartholomeo lapicida q. sei- Dominici habitator
Padua», che il Gonzati suppone sia il Bellano.

2 Essi hanno grande affinità, nella posizione e nel-
l'esecuzione, con gli angeli della tomba di Giovanni
de' Medici, che proviene dalla bottega di Donatello,
 
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