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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. IV
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Fasc. V
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Boni, Giacomo: Il leone di San Marco: (bronzo veneziano del milleduecento)
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0366

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320

GIACOMO BONI

La proposta fu accettata, ed avendo il Ministero resistito alle pressioni dei soliti museofili,
i quali avrebbero voluto far fondere un nuovo leone, fu ordinata l'esecuzione del lavoro nel
cantiere del palazzo Ducale. La smontatura del telaio arrugginito e la ricomposizione del leone, su
armatura interna di piastre e borchie di bronzo,1 ebbe lodevole fine nell'aprile scorso e l'antico
emblema di Venezia fu ricollocato a posto sulla colonna della Piazzetta, della quale s'era nel
frattempo riparato il capitello e raddrizzato il fusto. 1

Giacomo Boni.

1 Fu eseguita dagli operai del fonditore Meloncini
di Venezia, il quale mi scriveva a proposito di tal la-
voro: « Da quello che mi risultò nel riparare il leone di
San Marco, quell'antico bronzo contiene il 16 o il 18 °/0
di stagno, e il rimanente di rame ; esso è fragile al
martello e duro alla lima, cosicché s'avvicina al bronzo
da campane.

Le parti restaurate nel 1816 sono semplicemente di
ottone.

Pei gusci interni di robustamento adoperai bronzo
composto di 88 parti di rame e 12 di stagno, e per le
viti adoperai bronzo più malleabile, contenente il solo
8 "/„ di stagno, dovendosi adattarle alle svanzature dei
fori e ribadirle internamente ».

2 II raddrizzamento fu operato dal valente capoma-
stro cav. L. Vendrasco facendo rotare il fusto di gra-
nito su una verga di rame, mediante Io sforzo di sottili
cunei accoppiati.
 
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